Repubblica accusa Letta ma lo "zio" era un medico

Fin dal primo giorno si è parlato di parentopoli. Di cognati, mogli, figli, mariti e di parenti di amici. Tutti coinvolti, a vario titolo, nell'inchiesta sui grandi eventi avviata dalla procura di Firenze, che ha mandato in cella imprenditori e funzionari pubblici. E facendo finire nel registro degli indagati anche il capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Tutti accusati di corruzione. Dalle carte dell'inchiesta era spuntato anche un altro presunto parente della cricca: per la prima volta si parlava di uno «zio», che secondo il quotidiano La Repubblica era con molta probabilità il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Nulla da fare. A distanza di 24 ore ecco svelarsi il mistero di questa nuova parentela: lo «zio» è il medico personale di Angelo Balducci, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli dallo scorso 10 febbraio. Si tratta del professore Renato Lauro, titolare della cattedra di medicina interna presso l'università di Roma Tor Vergata. Ed è lo stesso medico a prendere la parola e a spiegare che da tempo viene chiamato dagli amici «zio», come è stato definito in una telefonata intercettata dal Ros di Firenze che per due anni ha ascoltato le convesazioni dei quattro arrestati (Angelo Balducci, Diego Anemone, Mauro Della Giovampaola e Fabio De Santis) e decine di indagati. «Come medico ho in cura Angelo Balducci da diversi anni e ha una serie di problemi», ha detto il medico. Che ha aggiunto: «Sono stato in contatto con Balducci per una serie di esami, lo seguo da tempo, ci sono le carte, certificati e gli esami li ho mandati tutti al medico del carcere di Regina Coeli. Balducci sta male, aveva bisogno di cure e si doveva ricoverare: non vedo nessun problema». Secondo quanto riferito dal medico, all'epoca delle intercettazioni, il presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici doveva sottoporsi a una serie di prelievi. Nella richiesta di applicazione delle misure cautelari inviata dai carabinieri del Ros al gip di Firenze, poi accolta, Angelo Balducci chiama il 30 gennaio 2010 il professor Renato Lauro, al quale chiede un appuntamento. Balducci: «Senti, scusa, ti volevo chiedere una cortesia senza ...che ti disturbi ovviamente ...al limite domani mattina ...prendiamo un caffé se possibile a Porta Pia oppure a piazza Ungheria?». Il professor Lauro dà la sua disponibilità per incontrarsi a Porta Pia. Secondo gli inquirenti fiorentini, Balducci avrebbe avuto intenzione di procurarsi un certificato medico per potersi mettere in malattia, dimettersi dalla carica di presidente e partire così per l'estero dopo aver saputo che gli investigatori stavano per far scattare le manette ai suoi polsi e agli altri personaggi della cricca.