Mokbel gestiva la criminalità
Anchela moglie di Mokbel, Giorgia Ricci, avrebbe un ruolo apicale nell'organizzazione di riciclaggio. Dalle indagine sarebbe emerso «il tentativo funzionale agli interessi del sodalizio, di inserirsi nella vita politica del Paese». Mokbel ci aveva provato dopo aver assunto l'incarico di segretario regionale del Lazio del movimento «Alleanza Federalista». A seguito di contrasti con il resto del gruppo dirigente, Mokbel si faceva promotore di una nuova piattaforma politica denominata «Partito federalista», con sedi in diversi municipi del Comune di Roma. Nelle operazioni di riciclaggio, Mokbel si sarebbe servito di una esperta inglese, già coinvolta in indagini finanziarie nel suo Paese di origine, e di un consulente russo-americano, esponente di un istituto di credito centroasiatico. La circostanza è stata spiegata dagli inquirenti che hanno disposto 56 ordini di custodia cautelare, nove dei quali da eseguire all'estero. Già nel giugno del 2007 il Ros aveva sequestrato più di due milioni di euro trovati in tre cassette di sicurezza a Londra, e le autorità britanniche avevano fatto da schermo fingendo che si trattasse di un procedimento britannico al fine di tutelare al riservatezza delle indagini italiane. Era Londra la piazza finanziaria preferita dall'organizzazione capeggiata da Gennaro Mokbel per parcheggiare il denaro da riciclare in attesa di far rientrare i capitali in Italia «per lo più utilizzando il tradizionale metodo dello spallonaggio», che consiste nel trasferimento di ingenti somme in contanti per impedire che siano rintracciate. Mokbel è l'imprenditore da cui sono partite le indagini, l'«anello di collegamento» tra le società di telecomunicazioni, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della 'ndrangheta. In casa sua, ad esempio, fu arrestato Antonio D'Inzillo, il killer del boss della Magliana, Enrico De Pedis, l'uomo che, stando alle dichiarazioni dell'ex amante Sabrina Minardi, ha gestito il sequestro di Emanuela Orlandi. Non è un caso se è stato proprio il procuratore aggiunto della Capitale Giancarlo Capaldo, titolare dell'inchiesta sulla scomparsa della quindicenne ragazzina vaticana, a sottolineare il collegamento tra D'Inzillo e Mokbel. Dalle indagini si è scoperto, inoltre, che si sono tenute alcune riunioni ad Isola di Capo Rizzuto, con esponenti della 'ndrangheta, per la raccolta di voti tra gli emigrati calabresi in Germania. Agli incontri, oltre a Di Girolamo e Mokbel, avrebbero partecipato esponenti della cosca Arena, tra cui il reggente Fabrizio Arena e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.