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Un errore tipico dei comunisti

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Maqualcuno mi deve ancora spiegare perche Red Tv, la tv di Massimo D'Alema, sia l'unica delle testate coinvolte dal taglio a mandare subito i suoi dipendenti in cassa integrazione. Anche qui una spiegazione tecnica c'è: gli «imprenditori» che in questi anni hanno lavorato sul meccanismo fondi pubblici-anticipazione bancarie per via del diritto soggettivo, in assenza di tale diritto non vogliono mettere a rischio dei denari loro per tenere in vita e in efficienza il canale. (...) D'Alema a giugno ottenne la sostituzione del direttore: Claudio Caprara, dalemiano sì ma poco ortodosso, venne ringraziato e al suo posto arrivò Francesco Cundari. «Direttore» assolutamente osservante, imitazione vivente del Capo che venera, fratello di latte di Matteo Orfini, consigliere d'amministrazione di Red Tv oltre che membro della «segreteria dei segretari» del Pd con delega all'informazione. Cundari, per sua stessa ammissione, di tv capisce zero, non ha un curriculum particolarmente brillante: fa fatica a scuola, bocciato all'esame da giornalista, laurea manco a parlarne, ma questo è un punto d'onore per i dalemiani, il Capo non s'è laureato dunque manco loro. Cundari è però efficiente nel far sparire tutti gli elementi problematici del canale. Entro novembre riesce a cancellare ogni programma dove si parla di politica e la programmazione diventa un rosario televisamente inguardabile. Poiché i non laureati hanno il complesso della cultura (è un problema anche di Veltroni), si susseguono trasmissioni di una noia mortale su musica, filosofia, arte, religione, teatro o puro nulla a conduzione di famigli della Fondazione Italianieuropei. (...) L'errore, più complessivo che riguarda i dirigenti del Pd (Massimo D'Alema e i suoi seguaci in primis) è che si debba far prevalere sempre l'affidabilità dell'appartenenza alla libertà della competenza, il grigiore dell'esecutore all'intelligenza del fantasista, l'obbedienza al merito. È un limite, il limite più forte del post-comunismo: il non sapersi veramente e radicalmente mettersi in discussione, avendo una pretesa di verità totalmente disattesa dai fatti. Tutto questo emerge dalla triste fine di Red Tv.

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