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Cocaina a palazzo, Giovanardi: non posso cacciare il "positivo"

Il senatore Carlo Giovanardi

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Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi si discolpa dalle accuse di aver coperto il parlamentare positivo al test antidroga: «Abbiamo fatto tutto nel rispetto della legge». D'accordo ma cosa pensa delle polemiche che ha suscitato il test antidroga che lei ha promosso? «Non è certo colpa mia se chi parla non conosce affatto la legislazione italiana e ha la memoria talmente corta da non ricordare quello che era successo lo scorso anno, dopo l'iniziativa organizzata dalla trasmissione "Le Iene" che avevano accusato un terzo del Parlamento di far utilizzo di droga». Non pensa che sia gravissimo non diffondere il nome di chi è risultato positivo? «La legge italiana consente di fare prove del genere solo con il consenso dei diretti interessati. E ci sono stati 147 parlamentari che hanno dato l'autorizzazione a fornire i dati». Adesso qualcuno penserà che il Parlamento copre chi si droga mantenendo l'anonimato di chi assume queste sostanze? «Copre? Ma scusi nessuno può chiedermi di commettere degli illeciti, dei reati o di violare la riservatezza sui dati personali. Io non copro nessuno. Esiste una legislazione molto chiara in questa materia. La legge impedisce di rendere noto l'esito di questi test senza il consenso dell'interessato». Al di là delle norme adesso i cittadini cosa penseranno sul rispetto della legge? «Penseranno che la legge è uguale ovunque. E che i consumatori di droga si trovano in tutti i settori della società e in ogni città. Il parlamentare è come tutti i cittadini. La legge sui test sanitari vale anche per loro. Se il medico rende noti risultati del test commette un reato». Lei ha detto che il Parlamento non è una fumeria d'oppio. Eppure si sono sottoposti al test, che lei ha promosso, solo poco più di un decimo di politici. «Direi che sono un terzo se aggiungiamo i parlamentari che hanno fatto il test con Ignazio La Russa. L'opinione pubblica trarrà le sue conclusioni». Il Secolo d'Italia ha parlato di «bluff propagandistico». «Mi viene da ridere perché Il Secolo d'Italia ha attribuito questi test all'Udc. Non so dove abbiamo trovato queste informazioni. La nostra iniziativa è stata fatta d'intesa con il Presidente della Camera e del Senato». Dopo il caso Morgan e questa polemica che percezione avrà la gente di questi temi? «Quello di Morgan è un caso diverso. Lui ha propagandato l'uso della droga e ne ha parlato come di una sostanza terapeutica». Che valore politico o statistico ha questo test? «Abbiamo dato un immagine trasparente del nostro lavoro. Tutti ci chiedevano i risultati dei test. Li abbiamo dati nel rispetto delle legge».  

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