Renata tifa per Wojtyla santo
«Disanti ne abbiamo tanti, ma sicuramente di un'altro c'e bisogno: papa Wojtyla». Renata Polverini, candidata del centrodestra alla Regione Lazio, si confessa e introduce Giovanni Paolo II nel pantheon dei suoi idoli. Una dichiarazione rilasciata giusto il giorno in cui i giornali pubblicano la notizia che, al contrario di quanto si ipotizzava, nell'elenco delle canonizzazioni previste per il prossimo 17 ottobre, quello che manca è proprio il nome del Grande Papa. In realtà però la presa di posizione di Renata poco c'entra con questo. Anzi. Potrebbe essere il tentativo di ricucire i rapporti con la Curia. Strizzare l'occhio al Vicariato che ancora non ha espresso parole di grande apprezzamento nei suoi confronti: «Ci sono preoccupazioni su di lei, e neanche poche». Quelle dichiarazioni a favore della legge 194 e delle coppie di fatto che erano apparse sui blog della Polverini, anche se smentite, non sono passate inosservate in Vaticano e così l'ex segretaria dell'Ugl tenta di recuperare esaltando l'operato di Wojtyla: «È stato per Roma e per l'Italia la figura più importante dell'ultima parte della nostra storia. Credeva in Dio, negli uomini e nel lavoro - ha aggiunto la Polverini - credeva in tante cose che, oggi, non gli sono sufficientemente riconosciute». Giovanni Paolo II, però, per la candidata, è una figura da ricordare anche per il suo impegno politico, soprattutto a 20 anni dalla caduta del muro di Berlino: «Ha avuto il coraggio di cambiare il mondo. Ha avuto un ruolo primario in un evento che ha cambiato la vita di tutti noi». E la sinistra cosa fa? Critica la Polverini accusandola di strumentalizzare il Papa. Lei alza le spalle e, fiera, ribatte: «A questi signori dico che quando morì io feci una promessa a mia nipote. Le dissi che avremmo usato la mia unica settimana di ferie per andare nei luoghi dove quel Papa era nato, cresciuto e l'ho fatto». Renata torna ad essere la guerriera di sempre e basta che lo scrittore Roberto Gervaso, che la sta intervistando nella sede del comitato elettorale della candidata, la incalzi con una domanda sulla sua sfidante che lei, prontamente, risponde: «Non temo nessuno e nemmeno Emma Bonino. Io voglio essere valutata e sto chiedendo il voto per le mie idee per il mio impegno». E, passando dalle parole ai fatti, ecco che annuncia: «Punteremo su un portale innovativo per promuovere il made in Lazio», un'iniziativa nata a seguito dell'incontro avvenuto la scorsa settimana con i gestori delle telecomunicazioni e nel corso del quale si è parlato anche di banda larga, a tal punto da annunciare di voler «sfruttare la banda larga a sostegno delle imprese e dei cittadini». Renata intanto, non solo punta sulla multimedialità, ma pensa anche al turismo («Fino ad oggi non c'è stata una politica concreta per il turismo, noi l'abbiamo messa tra i primi punti per tornare ad essere competitivi»), alle periferie («Diamo un segnale a queste periferie che non sorgono perché c'è voglia di abusivismo da parte dei cittadini ma perché chi aveva ruoli importanti nelle istituzioni non ha saputo garantire i diritti degli abitanti») e alla mobilità tra Roma e Ostia («È incredibile che, dopo tanti anni la via del Mare non abbia ancora la garanzia di sicurezza»). E dopo tanto pensare e promettere, la Polverini riuscirà a dormire la notte? «Tutti mi chiedono se sono stanca - risponde Renata - ma io in realtà non lo sono. Non sento la stanchezza. Sono giustamente preoccupata per la campagna elettorale ma quando arrivo a casa e metto la testa sul cuscino mi addormento immediatamente, come una mosca e non mi ricordo nemmeno se sogno».