La sinistra inventa il mutuo elettorale
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La Regione Lazio vara il mutuo elettorale. Manca poco più di un mese alle votazioni e la giunta dell'ex governatore Marrazzo estrae dal cilindro il coniglio: mutui da 100 mila euro all'1 per cento di interesse per le famiglie con un reddito annuo fino a 47 mila euro. Un provvedimento miracoloso, non c'è che dire. A prima vista un toccasana per chi cerca casa ma non ha i soldi per comprarla. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Innanzitutto le case ancora non ci sono. Devono essere costruite. Mentre chi beneficerà dello «sconto» sul mutuo è già stato scelto. E l'aiutino non è uguale per tutti. Il mutuo di centomila euro infatti vale solo per i romani. Chi abita nelle altre città del Lazio si dovrà accontentare di 13.500 euro. Un piccolo contentino che non serve neanche a comprare un box. Sarà casuale che le elezioni regionali si vincono col voto di Roma? La vicenda è complessa e parte da lontano. Dal 2004, quando alla Pisana regnava Francesco Storace. La giunta di allora approvò un bando (il numero 355 del 30 aprile) che prevedeva una graduatoria di 5.700 famiglie che avrebbero avuto diritto a una casa in edilizia agevolata. Ma quel bando fino ad oggi era rimasto bloccato. Il motivo è semplice. Lo spiega l'attuale assessore alla Casa, Mario Di Carlo: «I vincitori del bando erano troppi rispetto ai 220 milioni che avrebbero dovuto garantire la copertura necessaria. In pratica i soldi erano troppo pochi». E allora cosa ha fatto l'assessore? Ha messo sul piatto altri 280 milioni facendo lievitare il fondo a 500 milioni. «Era l'unico modo per poter premiare i vincitori del bando», aggiunge Di Carlo. La copertura adesso c'è. I vincitori pure. Ma mancano le case. «Sono i Comuni che devono scegliere dove edificare - spiega Di Carlo - nella Capitale sta al Campidoglio indicare quali terreni utilizzare, noi stiamo aspettando da un anno e mezzo che lo faccia». Ma si sa, trovare un terreno, individuare le imprese e realizzare le palazzine non è di certo un processo che richiede pochi giorni. Potrebbero volerci anni perché le abitazioni vengano costruite. Se verranno mai costruite. Nel caso in cui il Comune di Roma non indicasse le aree, l'intero provvedimento resterà al palo. Ma questo non è l'unico problema. Come recita il comunicato della giunta regionale «il provvedimento è destinato a persone con un limite di reddito di 47 mila euro lordi l'anno». Un mutuo «sostenibile» rivolto alle fasce deboli e medie. Ma la graduatuoria degli assegnatari c'è già. Inutile quindi illudersi di poter usufruire dei 100 mila euro all'1 per cento di interesse. La buona notizia, quindi, riguarda solo i vincitori del vecchio bando. A Roma sono 4.500 le famiglie coinvolte. La vera novità rispetto al passato è un'altra. L'aiuto previsto inizialmente era di 15 mila euro a fondo perduto da destinare ad ogni assegnatario. Adesso si è scelta la formula dei 100 mila euro a tasso agevolato. In pratica, chi andrà ad abitare nelle case da 50 metri quadrati, che costano 136 mila euro, pagherà 316 euro al mese per trent'anni. Gli inquilini che inizialmente opteranno per l'affitto avranno comunque fino all'ultimo la possibilità di riscatto. Restano comunque fuori i 36 mila euro di cui l'acquirente dovrà farsi carico in proprio, o attraverso l'accensione di un altro mutuo a tasso ordinario o in contanti. Le due delibere approvate ieri in giunta regionale hanno come scopo principale quello di rassicurare le banche ad erogare i mutui. La prima delinea uno schema di convenzione che fissa le caratteristiche e i requisiti edilizi a cui imprese, cooperative e consorzi dovranno attenersi nella realizzazione degli alloggi. La seconda, invece, prevede un meccanismo che attraverso l'agenzia Sviluppo Lazio fornisce le garanzie necessarie agli istituti di credito che erogano i mutui per la costruzione delle abitazioni. Ma la vera «chicca» è racchiusa negli allegati alle due delibere dove si indica la «tipologia di intervento». I mutui vengono divisi in tre categorie. La prima è quella che riguarda il Comune di Roma: il singolo mutuo in questo caso è di 100 mila euro. Ma basta uscire dal raccordo anulare che il finanziamento scende radicalmente. «Per tutte le Province escluso il Comune di Roma è di 13.500 euro». Infine, per le forze armate, i vigili e i corpi di polizia capitolini sono previsti 22 mila euro. Ma d'altronde si sa, ci sono le elezioni e Roma sarà decisiva.