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«Il prestito non è finto I soldi sono in bilancio»

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.I soldi, 500 milioni di euro, sono previsti in bilancio, nei capitoli E62105 e C22103». L'assessore alla Casa della Regione Lazio Mario Di Carlo non è uno che le manda a dire. «Sono anni che mi occupo delle cose più rognose, ho fatto pure l'assessore al traffico a Roma con Veltroni. Mica mi spavento delle polemiche del centrodestra». D'accordo assessore Di Carlo ma la Giunta poteva approvare un provvedimento che impegnerà di fatto soldi della prossima legislatura? «Questi 500 milioni sono stati inseriti in una delibera di variazione di bilancio votata un anno e mezzo fa dal Consiglio regionale. Venerdì abbiamo approvato solo l'attuazione di quella decisione, potevamo farlo». È casuale che il «mutuo sostenibile» venga fuori a un mese dalle elezioni? «Abbiamo trattato con le banche per otto mesi, ora abbiamo raggiunto l'intesa. Non avrei mai pensato di ritardare questo provvedimento per propaganda. E poi mi sembra che la campagna elettorale non sia cominciata, visto che ancora non ci sono le liste». Torniamo alle case. Quando le vedremo? «A maggio il Comune di Roma dovrebbe assegnare le aree. Dunque nel giro di 26 mesi le famiglie potrebbero entrare nelle loro abitazioni. La Giunta Storace dava 15 mila euro alle imprese per ogni alloggio destinato all'affitto permanente, coprendo solo il 10% dei costi. Noi abbiamo cambiato modalità, entrando nel settore del credito, che è in crisi. Tant'è che le aziende sono entusiaste. Inoltre per l'economia del Lazio questi 500 milioni saranno una boccata d'ossigeno: genereranno 2 miliardi di interventi e tanti posti di lavoro». Cosa l'ha colpita di più in questi anni all'assessorato alla Casa? «Vede, chi perde un lavoro ne cerca un altro, chi perde la casa, invece, perde anche la speranza. Mi colpisce che la politica sottovaluti la centralità della questione. Si pensa che visto che l'80% degli italiani è proprietario, il 20% non meriti l'interesse forte della politica. Da assessore alla Casa ti trovi dentro a situazioni drammatiche. Tutti sanno che non mi spaventa la polemica tra partiti ma mi piacerebbe che ci fosse meno cinismo».

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