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Coordinatori, il valzer è solo rinviato

Denis Verdini

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Cambiare non sarà facile. Perché Berlusconi, si sa, non è uomo che abbandona le persone che stanno con lui quando sono in difficoltà. Ma nella testa del premier sta sempre più prendendo forma l'idea di azzerare il vertice a tre del Pdl e scegliere un coordinatore unico. O, al limite, una coppia, formata da un ex di Forza Italia e un ex di Alleanza Nazionale. Uomini «pescati» tra i volti relativamente nuovi del partito ma che nello stesso tempo abbiano anche alle spalle un'esperienza politica che gli possa consentire di governare una formazione complicata come il Popolo della Libertà. Un cambio generazionale, insomma, che salti a piè pari tutta la classe dirigente che da troppo tempo sta in prima linea e che soprattutto eviti coordinatori che abbiano un doppio incarico come ministro. L'assist per avviare un cambio (di cui comunque si parla già dall'estate scorsa e che si potrebbe fare subito dopo le Regionali) è proprio l'inchiesta che ha coinvolto Denis Verdini e che ha di fatto messo l'ex esponente di Forza Italia in una posizione delicatissima. Berlusconi lo ha difeso pubblicamente ma la possibilità che venga sostituito è sempre più alta. Oltretutto Verdini non è molto amato dagli ex di An che lo accusano di gestire il potere troppo sul modello Berlusconi, cioè senza coinvolgere nelle decisioni il resto del partito. Così al suo posto potrebbe salire, probabilmente come coordinatore unico, Maurizio Lupi, deputato e vicepresidente della Camera, assai apprezzato da Berlusconi nelle sue ultime apparizioni in tv e per come ha replicato a Santoro durante una puntata di Annozero. Alla stessa operazione sta però lavorando anche Gianfranco Fini, deciso a utilizzare la «ventata» di pulizia per sistemare un suo uomo al vertice del partito. E il nome è quello di Italo Bocchino, napoletano, vicepresidente del gruppo dei deputati del Pdl. Da solo o in coppia, eventualmente, con Sandro Bondi. Certo, c'è da convincere Berlusconi a piazzare un uomo ex di An a guidare il «partitone unico» ma l'asse nella manica di Gianfranco Fini potrebbe essere la salernitana Mara Carfagna, molto amica di Italo Bocchino, capolista in Campania alle prossime elezioni Regionali ma che soprattutto gode di un buon ascendente nei confronti del premier. In un angolo, ma come ipotesi neppure del tutto impossibile, resta la possibilità che Berlusconi affidi il partito a Claudio Scajola. Certo significherebbe buttare a mare l'idea di un ricambio generazionale, ma l'attuale ministro dello Sviluppo economico ha dalla sua la carta dell'esperienza, essendo stato anche l'uomo che ha preso in mano Forza Italia alla fine degli anni '90 portandola alla vittoria elettorale del 2001. Una scelta di cui da un po' si parla nelle stanze del ministero di via Veneto e che prevederebbe anche un bel giro di poltrone. Al posto di Claudio Scajola andrebbe Altero Matteoli il quale lascerebbe la sua poltrona a Giancarlo Galan, Governatore uscente e detronizzato del Veneto, a cui è stato promesso un ministero e al quale piacerebbero tanto proprio le Infrastrutture. Anche perché in quel modo avrebbe la possibilità di riprendere in mano una fetta di potere in laguna, potendo gestire le grandi opere che si realizzeranno proprio in Veneto.

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