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Intercettazioni, Berlusconi rilancia

Il premier SIlvio Berlusconi

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È una vergogna. Vedere le paginate di intercettazioni pubblicate in questi giorni sulla vicenda Bertolaso è davvero una vergogna. Silvio Berlusconi si sfoga così, davanti a quella che considera una vera e propria offensiva (giudiziaria e mediatica) attuata contro i suoi uomini. Per il premier è la solita strategia dei giornali, pubblicare intercettazioni per di più di indagini ancora in corso. «Una barbarie», è il ritornello che ripete a tutti gli esponenti del centrodestra che incontra. Lo fa anche con i ministri riuniti a casa sua per un briefing sulle prossime mosse del governo in vista delle Regionali. Ed ecco l'input: accelerare sul provvedimento in esame a Palazzo Madama che regola l'utilizzo da parte dei media delle intercettazioni. Obiettivo? Portare il ddl a termine il prima possibile e senza alcuna modifica, in modo da non perdere altro tempo. Il premier è convinto che l'opinione pubblica condivida il suo fastidio per le conversazioni date in pasto ai giornali e che quindi questo possa essere un leit motiv dei suoi prossimi interventi. Il 3 marzo scade il termine per presentare in Senato gli emendamenti al ddl: dopodiché l'intenzione della maggioranza è andare avanti a passo spedito. È ora di pranzo quando i ministri arrivano a Palazzo Grazioli: ci sono Alfano, Matteoli, Tremonti, Fitto, Scajola, il deputato avvocato Niccolò Ghedini e il sottosegretario Gianni Letta. Il premier tuona da subito contro i fiumi di inchiostro di questi giorni, «andranno avanti per tutta la campagna elettorale». A questo punto Berlusconi è consapevole della necessità di rispondere mediaticamente a quelli che considera puri attacchi politici. Non è un caso se, spiegano dalla maggioranza, mentre Bertolaso ieri scriveva una lettera aperta alla Protezione Civile passando di fatto al contrattacco, in contemporanea il premier ha parlato con i suoi della necessità di procedere rapidamente al varo della nuova normativa delle intercettazioni. Secondo il Cavaliere il «network» mediatico-giudiziario che lo ha messo nel mirino punta adesso a colpire la sua squadra, ed occorre reagire: in sostanza secondo il centrodestra sarebbe in atto una campagna di stampa pronta a mescolare fatti veri (le tangenti e la corruzione nella Pubblica amministrazione, denunciata anche dalla Corte dei conti) con personaggi che ne sarebbero le vittime e non i responsabili (Bertolaso). Quindi, occorre agire. La linea emersa dal pranzo è quella di «non apportare il modifiche al testo per accelerare i tempi di approvazione», riferisce uno dei presenti all'incontro. È «molto probabile che il provvedimento resti quello», conferma poi un altro ospite. Il disegno di legge sulle intercettazioni calendarizzato in commissione Giustizia di palazzo Madama nel frattempo ha ripreso il suo iter tant'è che per il 3 marzo è fissata la scadenza per la presentazione degli emendamenti. «Aspettiamo il 3, dopodichè si procederà senza esitazioni con il provvedimento», spiega Filippo Berselli, presidente della Commissione Giustizia del Senato. Parole secche e determinate che lasciano intendere quale sia ora la linea della maggioranza. L'opposizione già promette vita difficile al provvedimento, ma l'intenzione del premier è quella di andare avanti velocemente. Anche a costo, viene riferito, di "blindare" il testo nella versione attuale per cercare di ottenere un primo via libera prima della scadenza elettorale. Un'idea, quella di procedere a passo svelto, che il premier ha esaminato ieri sera nel corso di una cena con un gruppo di senatori a palazzo Grazioli, capeggiati dai capigruppo Gasparri e Quagliariello. Poco prima il premier aveva incontrato anche il titolare della Farnesina Franco Frattini, richiamato anche lui in tutta fretta a casa del Presidente del Consiglio.

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