«Devastato».

Èappena tornato dal Festival di Berlino dove è stato presentato il suo ultimo film «Due vite per caso», opera prima di Alessandro Aronadio, ma non è stata una passeggiata perché la premiere del film ha coinciso con la bufera dell'inchiesta sul G8, «addirittura l'11 febbraio mio padre avrebbe dovuto raggiungermi a Berlino per assistere alla proiezione, invece lo davano in fuga per Madrid». E dice: «No al massacro mediatico». È considerato tra i talenti emergenti Lorenzo Balducci che ha cominciato a lavorare presto, già a 14 anni, inseguendo il sogno di fare l'attore, «anche contro la volontà dei miei genitori ma con la caparbietà dei giovani». Il padre, invece, secondo le indiscrezioni sull'inchiesta lo avrebbe spinto in più di un'occasione. «Ma io per tutti i ruoli che ho interpretato fino a oggi ho dovuto sostenere innumerevoli provini prima di essere presto, e tante volte anche rifiutato», si difende lui. «Sono devastato per tutto quello che leggo e ho letto sui giornali in questi giorni. Per due ragioni principalmente: la prima riguarda l'affetto che mi lega ai miei genitori e la preoccupazione per la salute di mio padre; la seconda perché avendo da sempre desiderato fare solo l'attore, mi sono completamente disinteressato dell'attività di mio padre. Forse troppo per non aver intuito assolutamente nulla di quello che stava per succedere. E di questo me ne dolgo profondamente». Lorenzo Balducci aggiunge: «Lasciamo fare chiarezza alle indagini, agli accertamenti, che trovino le prove di responsabilità e fatti penalmente rilevanti». E sulla sua carriera precisa: «non ho mai lavorato in Distretto di Polizia, non ho mai partecipato ad una fiction prodotta da Anna Falchi né appartengo alla sua scuderia. Ho interpretato dei ruoli in due film da lei prodotti».