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Berlusconi alza il tiro: "Regionali test nazionale"

Il premier Silvio Berlusconi tra le candidate del Pdl alla presidenza delle regioni Lazio Renata Polverini (s), Anna Maria Bernini per l'Emilia Romagna, Monica Faenzi per la Toscana e Fiammetta Modena

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Cambio di marcia. Il presidente del Consiglio presenta le quattro candidate Pdl al ruolo di governatore ed ecco che rilancia e trasforma le prossime regionali in una sorta di referendum sul suo governo: una consultazione di portata nazionale, dice, in cui la «politica del fare» si scontrerà con la «politica delle chiacchiere» della sinistra. Il motivo è chiaro, come spiegano tutti i colonnelli del partito di Via dell'Umiltà: il Cavaliere ha deciso di alzare la posta perché, fallito l'assalto alla sua persona, teme un'offensiva contro gli uomini a lui più vicini (vedi Verdini e Bertolaso). Ed ecco che chiama gli italiani ad «una presa di posizione importante, tra la politica del fare e la sinistra delle parole». Di fronte alle inchieste sugli appalti del G8 che coinvolgono uomini del suo governo, il premier si mette in gioco in prima persona, anche perché «si vota in 13 importanti regioni» e quindi quelle del prossimo marzo «sono elezioni nazionali». Una mossa che sorprende chi si aspettava per queste elezioni un profilo basso del Cavaliere. Ed invece, ecco la virata. Il Cavaliere appare più determinato che mai a seguire il suo istinto e a spendersi in prima persona per guidare il centrodestra a una vittoria nelle regionali, come ha raccontato la sera prima ad una cena con gli imprenditori lombardi, confidando anche di vedere come suo erede naturale Angelino Alfano. Così, ieri prima chiude l'accordo con l'Udc per la Campania a sostegno di Stefano Caldoro, e poi lancia la volata alle candidate alla guida di Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Umbria attaccando la sinistra: si tratta di quattro regioni, dice, in mano a quella «sinistra impegnata a denigrare il lavoro svolto», che dice «solo no» e dà un immagine negativa dell'Italia all'estero e, soprattutto da cui «siamo antropologicamente diversi». È un Berlusconi che parla leggendo un fogliettino («Ho preferito scrivere il mio discorso per non fare brutta figura»), ed è l'ultimo a parlare dopo gli interventi delle responsabili Pari Opportunità del partito, Barbara Saltamartini e Beatrice Lorenzin, dopo il ministro Mara Carfagna e dopo le quattro candidate. Ai lati del palco, allestito nel cortile di Via dell'Umiltà, c'era il triumvirato Pdl - a Verdini il premier esprime in privato grande solidarietà per l'inchiesta sugli appalti del G8 per il quale il coordinatore Pdl è indagato -, compreso una sfilza di deputate tutte ammucchiate tra le prime file. Senza fare nessun accenno esplicito a Guido Bertolaso, rivendica comunque i buoni risultati raggiunti dall'esecutivo: «Solo questo è il governo che risolve le emergenze e ripara i danni del malgoverno del centrosinistra». E al poker rosa di candidate Pdl governatore, Berlusconi assicura: «Nessuna di voi parte da sfavorita». Quindi, avanti tutta.

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