L'amico di Di Nardo nei ranghi di Riina
Nellarelazione degli investigatori alla Procura di Firenze, la geometria dei rapporti che unisce i due soggetti passa per un imprenditore palermitano: Mario Fecarotta. La ricostruzione. «Antonio Di Nardo, proprio nel corso dell'attività di intercettazione, è risultato essere in stretti rapporti con l'imprenditore Fecarotta, qrresttao il 6 giugno 2002» per presunta appartenza a Cosa nostra «unitamente, tra gli altri, a Giuseppe Salvatore Riina» figlio del boss Totò. In sostanza «Riina con Fecarotta e altri» avevano costituito una società» al cui vertice, in veste occulta, si trovava Totò Riina. Alcuni dei gregari vrebbero «svolto il ruolo di procacciatori di affari, utilizzando quali contatti "pubblici" imprenditori», tra i quali Fecarotta. L'obiettivo: «Intervenire nel sistema dei pubblici appalti sia acquisendo in proprio l'incarico di esecuzione dei lavori, sia assicurando alle imprese terze la possibilità di effettuare la propria attività senza subire intimidazioni».