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Il gip fiorentino I quattro indagati restano in carcere

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Loha deciso il gip di Firenze Rosario Lupo, respingendo le richieste di revoca delle misure cautelari presentate durante gli interrogatori di garanzia, venerdì scorso, nel carcere di Roma, dalle difese di Angelo Balducci, Diego Anemone e Mauro Della Giovampaola. Il quarto arrestato, Fabio De Santis, interrogato per rogatoria a Milano, non aveva presentato richiesta di scarcerazione. Intrattenendosi brevemente con i giornalisti, ieri mattina il gip Lupo ha spiegato che «permangono tutte le esigenze di custodia cautelare» e che «resta valida l'ordinanza» che ha portato i tre in carcere. Nel motivare il no alle scarcerazioni, il gip spiegherebbe che, durante gli interrogatori di garanzia, gli arrestati non hanno fornito elementi tali da chiarire a loro favore quanto contenuto nella misura cautelare. Rimarrebbero inoltre le esigenze cautelari che avevano portato agli arresti, ovvero, a vario titolo, il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Balducci e De Santis sono coinvolti nell'inchiesta per il loro ruolo di vertice al Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, di cui faceva parte come funzionario Della Giovampaola. Anemone è l'imprenditore romano che, secondo gli inquirenti, grazie ai suoi rapporti corruttivi con gli altri arrestati, avrebbe goduto di appalti e favori nell'ambito dei grandi eventi. Venerdì scorso, durante l'interrogatorio, rispondendo sugli appalti finiti nel mirino degli investigatori, Balducci ha parlato di «gare legittime, assolutamente regolari». Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'interrogatorio di Della Giovampaola, ascoltato dal gip per circa due ore. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, Anemone e Fabio De Santis, interrogato, quest'ultimo, per rogatoria a Milano. Per gli arrestati, il prossimo appuntamento in un'aula sarà al Tribunale del Riesame di Firenze, che dovrà decidere sui ricorsi presentati dai difensori contro le misure cautelari in carcere e contro i sequestri di documenti avvenuti durante le perquisizioni di mercoledì, circa una sessantina. Ancora non sarebbero state stabilite le date delle udienza, che dovrebbero tenersi fra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima. Potrebbe essere l'ultimo atto, a Firenze, della parte «romana» dell'inchiesta, i cui atti sono stati trasferiti dai pm toscani a quelli di Perugia (visto che tra gli indagati compare un magistrato della procura di Roma). Trasferta infatti a Perugia per i pm capitolini Assunta Cocomello e Sergio Colaiocco titolari dell'inchiesta sui cosiddetti «Grandi Eventi» tra cui gli appalti per i lavori alla Maddalena per il G8 e per le celebrazioni dell'anniversario dell'Unità d'Italia. I magistrati si sono incontrati con i colleghi del capoluogo umbro per un vertice di coordinamento stante il trasferimento a Perugia di un'analoga inchiesta di Firenze che ha tra gli indagati il procuratore aggiunto Achille Toro, già coordinatore del pool della Capitale che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. I magistrati romani sono stati anche sentiti come persone informate sui fatti, in merito appunto alla posizione di Toro. Nessuna decisione sarebbe stata ancora ufficialmente presa in merito alla competenza dell'inchiesta romana sui «Grandi Eventi». Il «rischio» che possa essere trasferita a Perugia, come già avvenuto per quella toscana, sembrerebbe comunque sempre più probabile.

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