E Cosa nostra voleva il Cie di Roma
Lamafia siciliana voleva entrate negli appalti attraverso il presidente della Bpt spa, Riccardo Fusi. Il piano in due mosse, aggancio del contatto e infiltrazione dell'affare, è rivelato nelle oltre ventimila pagine del Ros di Firenze. L'indiziato mafioso Pietro Miceli (consulente aziendale nell'isola, ndr) - scrive il Raggruppamento - è interessato nella intermediazione fra gli organi amministrativi della provincia di Frosinone e gli imprenditori Riccardo Fusi, Alessando Biagetti e Mauro Mancini, per l'esecuzione dei lavori di realizzazione dell'aeroporto di Frosinone e di un Centro di accoglienza a Roma. Di Miceli - spiegano i carabinieri - è stato imputato dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta per concorso in associazione mafiosa in quanto indicato, principalmente dai collaboratori Francesco Paolo Anzelmo, Antonino Galliano e Angelo Siino, in stretti rapporti d'affari con Raffaele Ganci, già inserito nello schieramento corleonese. In particolare Angelo Siino ha riferito che Domenico Ganci in un incontro che aveva fissato appositamente, gli avrebbe chiesto di presentare al Di Miceli gli imprenditori con i quali Siino era abitualmente in contatto» in modo da «intromettersi nell'assegnazione di appalti e mediare il pagamento della cosiddetta "messa a posto". La vicenda - conclude il Ros - non ebbe seguito, perché lo stesso Siino non avrebbe fatto mistero di considerare assurda la giustificazione di tale pretesa, alla luce delle regole interne del sodalizio e della prevedibile resistenza che i capi delle altre "famiglie" avrebbero opposto ad un simile disegno, che di fatto li avrebbe estromessi dal controllo della gestione degli appalti». F.D.C.