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Il Quirinale resta cauto su Guido

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Giorgio Napolitano

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Il Quirinale resta cauto sulla vicenda Bertolaso. E, nel giorno in cui il sottosegretario risponde alle 10 domande di Repubblica, fa filtrare una replica al sottosegretario che suona come un modo per mantenere una certa distanza in un momento così delicato. Il numero uno della Protezione Civile invia una lunga lettera al quotidiano di Largo Fochetti. «Ripeto - scrive - di essere un servitore dello Stato» mentre «non è un mio problema considerare che per "Stato" si deve intendere l'Italia senza Berlusconì. Spiacente, è un problema del centrosinistra, non dello Stato, non riuscire a fare a meno di questo presidente come collante politico». Bertolaso non nasconde poi una certa irritazione per le «illazioni», le «informazioni non verificate», i «sospetti», i «teoremi di colpevolezza data per certa quando nessun giudice si è presentato». «Basta fango» chiede il sottosegretario di Stato. Anche se a scatenare un piccolo «scontro» istituzionale ci pensa un altro passaggio della sua lettera. Quello in cui Bertolaso parla delle ordinanze relative ai Grandi eventi. Scalfari aveva chiesto al sottosegretario se si trattasse di un modo per evitare la firma del Capo dello Stato eludendo così il suo controllo costituzionale. Il numero uno della Protezione civile replica: «Il Quirinale non ha mai opposto il rifiuto o obiezioni alle leggi che consentono l'adozione di tali ordinanze». Parole che scatenano l'immediata reazione del Colle che, dicono i ben informati, ha avuto un ruolo piuttosto determinante anche nella scelta del governo di accantonare le norme sulla Protezione civile spa. La risposta viene affidata ad un lancio dell'agenzia Ansa in cui si fa notare come, di fronte alla richiesta di commentare le dichiarazioni del sottosegretario, fonti del Quirinale fanno osservare che non rientra in alcun modo tra le competenze del Presidente della Repubblica esprimersi su atti relativi a dichiarazioni di stato di emergenza o di attribuzione della qualifica di grande evento. Tali atti, relativi a dichiarazioni di stato di emergenza o di attribuzione della qualifica di grande evento, fanno osservare dal Colle, vengono infatti adottati con decreto del presidente del Consiglio, previa delibera del Consiglio dei Ministri, e non sono pertanto sottoposti al preventivo esame del Capo dello Stato. Così come rientra nella esclusiva competenza del Presidente del Consiglio dei ministri l'adozione delle ordinanze di protezione civile. Le fonti del Quirinale, ricordano altresì che il Presidente della Repubblica, in occasione del discorso alle Alte Magistrature dello scorso 21 dicembre, affrontando la questione del modo di legiferare ha avuto modo di rilevare il rischio del prodursi di effetti negativi sul livello qualitativo dell'attività legislativa e sull'equilibrio del sistema delle fonti che derivano, oltre che dal frequente e ampio ricorso alla decretazione d'urgenza nonché dalla notevole estensione in sede di conversione del contenuto di tali provvedimenti, anche dal crescente uso e dalla dilatazione delle ordinanze d'urgenza.

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