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Il governo cancella la Protezione civile Spa

Protezione civile

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La Protezione civile Spa finisce in soffitta. Dopo giorni di polemiche il governo ha deciso di modificare il disegno di legge sulle emergenze. E la speranza è che questa scelta possa contribuire a svelenire un po' il clima allentando la tensione attorno a Guido Bertolaso. Che sarebbe finita così era già chiaro domenica pomeriggio quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta era intervenuto spiegando che la Protezione Civile non sarebbe mai diventata una Spa. Un passo indietro che Silvio Berlusconi aveva cercato di evitare fino all'ultimo, ma che si era reso necessario di fronte al crescente malumore all'interno della maggioranza. Da Giulio Tremonti a Altero Matteoli, passando per i finiani e Claudio Scajola, erano in molti a non vedere di buon occhio un rafforzamento eccessivo del Dipartimento. Tanto che, ancora ieri mattina, Umberto Bossi attaccava: «Abbiamo una bella Protezione civile con migliaia di persone. Non deve diventare una Spa, non deve sparire. Tremonti aveva ragione nel non voler andare in quella direzione perché in quel modo non hai nessun controllo e poi nascono i pasticci, perché i controlli ci vogliono». Così si è corsi al riparo percorrendo l'unica strada possibile: accantonare la norma. A dare l'ufficialità della decisione è stato il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Il contestato articolo 16 verrà stralciato - ha spiegato parlando a margine di un incontro alla Luiss - e il decreto sarà completamente depotenziato». La «Protezione civile servizi spa» scompare, punto e basta. Ora il problema diventa soprattutto tecnico. Stamattina alle 10 scadono i termini per la presentazione degli emendamenti in commissione Ambiente dove la norma è in discussione. L'approvazione dovrebbe arrivare nel pomeriggio. Ma il relatore del provvedimento Agostino Ghiglia spiega che «la palla è in mano al governo». Probabile, infatti, che l'esecutivo presenti un maxiemendamento che ricalchi il testo uscito dalla commissione su cui chiedere la fiducia. E su questo punto continua il pressing dell'opposizione che incassa lo stralcio dell'articolo 16, ma rilancia chiedendo ulteriori modifiche al disegno di legge. «Una parte della maggioranza che ha capito che quelle norme sono sbagliate e pericolose» commenta Anna Finocchiaro mentre il suo collega Dario Franceschini spiega che «Ci sono almeno altre tre modifiche da fare». Si tratta, secondo il capogruppo Pd alla Camera, del divieto di avviare azioni giudiziarie verso le gestioni commissariali, della distinzione fra emergenze e grandi eventi e della norma che estende alle carceri lo stato emergenziale. Ma l'opposizione insiste su un altro elemento: ottenere la testa di Bertolaso. E a chiederne le immediate dimissioni non è soltanto Luigi De Magistris dell'Idv, ma anche i Democratici. «Non dubito della sua serietà, ma dovrebbe fare un passo indietro per il buon nome della Protezione Civile», ribadisce il segretario Pier Luigi Bersani. Diversa la posizione dell'Udc. «Stiamo parlando di responsabilità nella vigilanza, ma non certamente da parte di Bertolaso» sostiene il leader Pier Ferdinando Casini. Intanto continuano a rincorrersi voci che vogliono Bertolaso pronto a lasciare. Ipotesi che sembrano essere smentite dalla notizia che sarà proprio il capo della Protezione Civile, stamattina alle 10.30, a illustrare il provvedimento in Commissione.

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