Energia sicura, pulita e reale Consente autonomia politica Deve essere gestita da privati
Perché,se certe condizioni vengono rispettate, è evidente che l'atomo può dare un significativo contributo alla nostra economia e rappresentare pure uno strumento di autonomia politica. Nonostante quanto si sente spesso ripetere, il nucleare è un'energia pulita e sicura: e molto più di tutte le alternative reali. Se perfino il noto teorico dell'ecologismo radicale James Lovelock si è convertito a questa energia è perché, alla fine, la realtà prevale sull'ideologia. Chi farà la storia del Novecento su tali temi (e, per giunta, il nucleare di ultima generazione, ovviamente, è anche più avanzato) dovrà un bel giorno mettere su un braccio della bilancia quanti sono stati i morti e gli incidenti collegati all'estrazione o alla lavorazione del petrolio e altre fonti tradizionali, e sull'altro i danni - davvero molto inferiori - che l'energia atomica ha arrecato alle persone e alla natura stessa. Di sicuro è indispensabile che il nucleare sia privato: che vi sia insomma chi investe proprie risorse al fine di ricavare profitti, e che lo faccia con tutta l'oculatezza che caratterizza gli operatori privati. Questo, tra l'altro, eviterebbe di vedere lo Stato nella veste del controllore e del controllato. La politica si limiti a definire le regole e farle rispettare, lasciando che i privati investano e gestiscano il tutto al meglio. Proprio per questo, però, è necessario che si arrivi al nucleare attraverso un accordo politico bipartisan, quanto più possibile condiviso, trasparente e vincolante. Non si può immaginare, infatti, che oggi qualcuno inizi a destinare a tale impresa molti milioni di euro per poi - dinanzi a un eventuale cambio di maggioranza - trovarsi a veder andare in fumo le proprie risorse. Non solo: in assenza di più che solide garanzie, l'unico a muoversi sulla strada del nucleare sarebbe il pubblico, capace di destinare a ciò i soldi dei contribuenti anche in presenza del rischio rilevante di perdere tutto. Il nucleare è necessario, insomma. Ma è ugualmente cruciale che lo facciano i privati ed entro un quadro giuridico-politico veramente solido. Emma Bonino e Renata Polverini appaiono compatte nel rifiutare il nucleare. È esattamente l'opposto di quello di cui avremmo bisogno.