Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Draghi striglia tutti: Italia troppo debole e banche care

default_image

  • a
  • a
  • a

.Con il sistema Italia nel suo complesso perché la mancanza di riforme strutturali ne frena la crescita ora che il mondo comincia a sperimentare la ripresa. Ma gli strali sono anche per le banche alle quali ha chiesto costi dei conti correnti più semplici, magari con una legge di revisione della materia e un chiaro avviso sui possibili rischi in caso di aumenti dei tassi a chi ha sottoscritto e sottoscrive un mutuo variabile, allettato dagli attuali bassi livelli. Per il numero uno di via Nazionale l'Italia è entrata nella crisi globale con una crescita bassa e ne sta uscendo con lo stesso ritmo di sviluppo, inferiore ai Paesi europei. A zavorrare la ripresa sono la mancanza di riforme strutturali, che da quindici anni frena la competitività italiana, e la disoccupazione. La forza lavoro «forzatamente inoperosa è elevata e crescente» e finché non ci sarà un'inversione di tendenza «permane il rischio di ripercussioni sui consumi, quindi sul prodotto». E in tema di misure di sostegno all'economia il numero uno di Via Nazionale lancia un monito alle banche a proposito dello scudo fiscale invitandole ad essere attente nell'esaminare le domande di rientro, al fine di individuare e segnalare operazioni sospettabili di riciclaggio». Le banche, avverte, «devono impegnarsi di più a uno scrutinio attento delle operazioni di rimpatrio». Un invito a una maggiore attenzione ma anche uno sprone alle banche, cui riconosce una maggior solidità rispetto a quelle di altri paesi ma che, anche in vista delle nuove norme di Basilea 2, devono ulteriormente rafforzarsi destinando a patrimonio gli utili. Gli istituti di credito, inoltre, in occasione delle prossime assemblee dei soci dovranno fornire «informazioni esaurienti e dati puntuali» sull'adeguamento delle regole su bonus e stipendi ai nuovi standard internazionali redatti dall'Fsb di cui lo stesso Draghi è presidente. Infine i costi. Le commissioni sui conti correnti bancari hanno visto una riduzione in media ma «per circa un terzo dei casi l'onere è invece aumentato» con «una forte differenziazione» fra i diversi istituti di credito e una varietà «che rende difficile per i clienti confrontare le diverse offerte».

Dai blog