«Un gruppo a capo di un vero impero»
Unaconvizione che viene riportata nelle 126 pagine di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Rosario Lupo nei confronti di Angelo Balducci, Diego Anemone, Fabio De Santis e Mauro Della Giovampaola. Quest'ultimo, scrive il giudice toscano, «ha ricoperto il ruolo di responsabile del controllo sui cantieri relativi agli appalti del vertice del G8 sull'isola della Maddalena e per quanto emerso dalle conversazioni intercettate, nel giugno del 2009 è stato posto a capo della struttura di missione. Appare evidente come Bertolaso, Balducci e De Santis abbiano ricoperto una posizione di assoluta preminenza nella gestione dei grandi eventi, ricoprendo ruoli complementari tra loro, così da costituire una catena di comando omogenea ed efficiente, cui ha preso parte anche Mauro Della Giovampaola, il quale nel corso degli ultimi due anni ha visto accrescere progressivamente la propria sfera di potere». La magistratura fiorentina è andata anche oltre, sottolineando che sarebbe andati avanti da tempo rapporti con personaggi pubblici per gestire gli appalti. «Tenuto conto, da un lato del potere di decisione di Balducci, De santis e Della Giovampaola, e dall'altro, dei rapporti emersi tra i tre pubblici ufficiali e Anemone (imprenditore), il fatto che questi abbia beneficiato di grossi appalti grazie al potere decisionale dei sopra indicati è già fatto di per sé alquanto sospetto. E difatti Anemone risulta essere a capo e punto di riferimento di una vera e propria galassia di società, cioé a capo di un vero e proprio impero». Il giudice nell'ordinanza spiega che Angelo Balducci e Fabio De Santis, «rivestono il delicatissimo ruolo, rispettivamente, di direttore e alto dirigente del Dipartimento per lo Sviluppo e la competitività del turismo» e che «la Presidenza del Consiglio dei ministri gestisce direttamente, non solo tramite il più noto Dipartimento della Protezione civile, ma anche tramite il suddetto Dipartimento, gli appalti pubblici per l'esecuzione di rilevanti opere. Lo strumento normativo utilizzato è la collocazione dell'opera nell'ambito della categoria del cosiddetto "grande evento", in forza di una dichiarazione emanata dal Presidente del Consiglio dei ministri» ai sensi di una precisa normativa. «L'impianto legislativo originario - ha scritto il gip - faceva riferimento a eventi (naturali o connessi all'attività umana) da "fronteggiare". Una successiva modifica normativa», attuata con la legge numero 401 del 9 novembre 2001, ha però «permesso la dichiarazione di "grande evento" in relazione a fatti del tutto estranei alla difesa civile». Au.Par.