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I terremotati non pagheranno tasse e arretrati

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L'AQUILANessuna stangata fiscale in arrivo per i terremotati abruzzesi che temono in virtù del decreto Milleproroghe di dovere, da luglio, tornare a pagare le tasse, compresi gli arretrati. Il Ministero dell'Economia, infatti, è già al lavoro per assicurare ai cittadini aquilani un ulteriore rinvio del pagamento. «A dieci mesi dal terremoto, L'Aquila è una città fantasma, completamente distrutta nel suo centro storico, con l'economia paralizzata e migliaia di persone ancora senza casa: non siamo ancora riusciti a far capire le dimensioni della tragedia». Così si era lamentato il sindaco Massimo Cialente all'indomani dal decreto Milleproroghe, in particolare per quel passaggio che riguardava il pagamento delle tasse da parte dei cittadini del capoluogo abruzzese devastato dal sisma del sei aprile 2009 e dei residenti nei comuni del cratere. Dal sei aprile, in realtà, molto è stato fatto: migliaia di famiglie hanno ritrovato un alloggio grazie al Progetto Case, ma l'economia annaspa con un aumento vertiginoso della cassa integrazione, di aziende costrette a chiudere i battenti aspettando una ripresa che oggi sembra ancora lontana. La sospensione delle tasse sarà un toccasana per l'economia della città. In realtà la polemica sul Milleproroghe era stata sollevata dai senatori del Pd Giovanni Legnini e Luigi Lusi: «la sospensione dei tributi e dei contributi per le popolazioni abruzzesi è un enorme pasticcio e le promesse del governo si sono dimostrate un bluff, tanto che se le cose non cambiano a luglio secondo la legislazione vigente gli abruzzesi dovrebbero pagare le imposte correnti, i sei mesi pregressi e le prime rate». I due senatori della sinistra aveva allertato i cittadini sul rischio di una maxi tassazione. «Noi - ha spiegato ancora Massimo Cialente, che è anche vicecommissario per la ricostruzione - ce la stiamo mettendo tutta, ma abbiamo ancora bisogno di aiuto da parte del Governo. Gli aquilani hanno il diritto di chiedere risorse sapendo che hanno il dovere di ricostruire la città». L'incubo tasse sembrerebbe a questo punto fugato. Sempre nella giornata di ieri ai senatori Legnini e Lusi si è aggiunta la voce di un altro parlamentare del Pd, l'aquilano Giovanni Lolli. «Se il governo non interviene con una legge ordinaria - ha detto - a luglio si tornerà a pagare le tasse correnti e, in più, bisognerà versare anche quelle sospese». Al coro della protesta si unisce anche il vice presidente del Consiglio regionale abruzzese, Giorgio De Matteis. «C'è bisogno di risposte, non c'è più tempo da perdere» dice rivolgendosi direttamente al commissario per la ricostruzione, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, e ai rappresentanti dei partiti del governo nazionale. «Da più di una settimana - rileva De Matteis - siamo in attesa di avere notizie certe e definitive su problemi che oggi sono all'attenzione di tutti. Avevamo chiesto certezze sull'avanzamento dello stato di attuazione della Zona franca urbana, così come sulla situazione del recupero economico, produttivo e sociale delle aree terremotate». De Matteis incalza: «Abbiamo già perso molti mesi e penso che sia trascorso un limite temporale accettabile per avere risposte. Chiodi è commissario delegato dal Governo, faccia avere a noi e agli abruzzesi notizie certe sui tempi e le modalità di attuazione della Zona franca urbana. Inoltre, si impegni a far comprendere alla maggioranza del governo nazionale che restituire le tasse rateizzandole non è una concessione, ma il diritto di una popolazione stanca di essere usata da una parte e dall'altra per riempire giornali e telegiornali». Comunque il problema non sussiste più perchè il governo si sta impegnando per trovare una soluzione agli aquilani.

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