Montecitorio diventa un ring
Giornata di passione per il Governo alla Camera, con finale a pugni in piena Aula tra Idv e Lega. Il governo viene battuto due volte su altrettanti emendamenti di Pd e Udc al disegno di legge in materia di competitività in agricoltura. I leghisti raccolgono una provocazione di Fabio Evangelisti, che esultando dà loro delle «scimmie». E, quando gli esponenti della Lega cercano di acchiapparlo, il dipietrista viene visto sferrare un cazzotto contro Fabio Rainieri del Carroccio che è trattenuto dai commessi. L'esame del provvedimento comincia nel pomeriggio. Al primo voto di un emendamento su cui c'era parere contrario dell'esecutivo (era dell'Udc), il governo va «sotto» per nove voti. Colpa delle assenze nel Pdl e nei banchi del governo (nella maggioranza mancano ben 88 deputati), dove siede il solo ministro delle Politiche agricole Luca Zaia: il quale, però, non può votare visto che non è deputato. L'opposizione esulta, mentre nella maggioranza la tensione è alta. Lo testimoniano le parole grosse volate in Transatlantico tra il «buttadentro» del Pdl Simone Baldelli e il collega di partito Mario Pepe. Il presidente della commissione Agricoltura Paolo Russo (Pdl) prova a far rinviare il testo per evitare ulteriori danni, ma il centrosinistra fa valere al voto la propria superiorità numerica e si deve proseguire. Fino al secondo incidente, poco dopo. Stavolta la maggioranza viene battuta per un solo voto. Il centrosinistra non trattiene la sua gioia, e Fabio Evangelisti (Idv) va oltre, prendendo di mira il ministro Zaia. «Questo è il grande ministro della Lega. Sei davvero arrivato al capolinea. Meriti di andare a fare l'agricoltore in Veneto», gli urla. Immediata la protesta dei leghisti, stigmatizzata dal campanello del vicepresidente Maurizio Lupi. Ma Evangelisti lo ferma: «Li lasci fare perché le scimmie quando escono dalla mostra fanno così...», dice mimando le scimmie quando si grattano la testa, riferendosi a una querelle di qualche attimo prima su una mostra sui primati allestita dalla Regione Piemonte e duramente contestata dal centrodestra. A questo punto si scatena la bagarre. Alcuni deputati del Carroccio partono all'attacco verso i banchi dell'Idv trattenuti dai commessi e da Giancarlo Giorgetti (presidente leghista della commissione Bilancio), che «placca» Gianluca Buonanno. Nel frattempo Evangelisti non si placa, e mostra il dito medio ai leghisti che lo insultano. Verso di lui vola un volume del Regolamento della Camera, che finisce con lo sfiorare Pier Ferdinando Casini (Udc). A quel punto, mentre Fabio Raineri della Lega arriva al banco di Evangelisti (ma viene bloccato da due commessi), il dipietrista gli sferra un pugno: poi negherà di aver colpito il collega del Carroccio, ma in tanti confermano che il «gancio» è arrivato a segno. Vittima del parapiglia anche Bruno Cesario (Api): un leghista, spingendolo, lo colpisce alla gamba e i medici della Camera gli daranno due giorni di prognosi. Lupi sospende la seduta, ma gli animi non si raffreddano: neppure quando il vicepresidente annuncia per domani una seduta speciale dell'ufficio di presidenza su quanto è avvenuto. «Eccolo lì, uno che mi vuole picchiare», urla in Transatlantico Evangelisti vedendo il leghista Matteo Brigandì che gli si scaglia contro ma viene subito bloccato dai colleghi. Ma la bocca è libera: e gli grida «Dì una parola che ti spacco il culo. E non farti più vedere in giro perché appena ti incontro da solo ti spacco la faccia».