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La Rai non sa dove mettere Marrazzo

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Marrazzo a spasso con la figlia

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«Piero ha diritto di rientrare in Rai. Qualcuno cerca di farla passare come una "cortesia", ma alimentare il gossip anche su una vicenda lavorativa mi sembra eccessivo. È anche inopportuno che io intervenga su questioni che riguardano gli avvocati». Liquida così la pratica Isolina Fiorucci, la prima moglie dell'ex governatore del Lazio, Marrazzo, che dal 1 marzo torna a disposizione di viale Mazzini, dopo la lussuosa (lussuriosa, per i maligni) «panchina» politica.   Il suo mandato con la cosa pubblica termina, infatti, a fine mese. La donna, madre delle sue prime due figlie, conosce meglio di tutti il Piero-giornalista, avendo vissuto con lui tutti gli anni di professione fuori dalla politica. E il ricordo è quello di un uomo buono, di un papà affettuoso. Marrazzo scalpita, però la squadra non è pronta. La ripresa non può cominciare così, come se niente fosse accaduto. Ma la morale, in tema contrattuale di aspettativa non ha alcun valore ed è giusto, quindi, che tecnicamente si pensi al rientro. Che dovrà essere «grande» in ogni caso.   Intanto perché «grande» è l'imbarazzo dei vertici Rai. Le poltrone sono tutte occupate e l'ipotesi di «ordinarne» un'altra, magari da affiancare a quella di qualche direttore in quota all'opposizione, suonerebbe come una promozione. Per giunta non acquisita sul campo, tuonano tutti i redattori-capo come lui. Tuttavia questa qualifica, di per sé importante e già conseguita quando il giovane Marrazzo lavorava a Firenze, va affiancata alla fortunata esperienza di conduttore di un programma di prima fascia, «Mi manda RaiTre». Contenitore che ha, di fatto, sancito il suo decollo in politica dalla pista alberata di ulivi. Ma adesso, e l'immagine che pubblichiamo è eloquente, l'Ulivo ha finito di germogliare tradendo la tradizione «secolare» della pianta. Per giunta Marrazzo è giovane: 52 anni sono ormai un'età da pensione lontana e con un gap contributivo non indifferente. Tutto ciò perché i vertici Rai devono avere anche pensato all'ipotesi di un super-incentivo per liberarsi dell'ormai scomodo, seppur validissimo, giornalista. Al riguardo non esistono precedenti specifici, ma c'è una vicenda contrattuale in corso - quella di Carlo Nesti - che, se risolta, potrebbe costituire un comodo punto d'appoggio per una proposta. Che in Rai tutti si augurano possa essere «convincente». A quel punto starebbe a Marrazzo, in posizione comunque di «dominus», decidere se accettarla o meno. In caso di diniego a posti di parcheggio, sia pure da «limousine», o a super-scivoli, l'ex governatore potrebbe tenere botta e pretendere quello che ha lasciato: ovvero la conduzione di un programma di prima fascia. Insomma, il Marrazzo ora dove lo metto?  

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