Bertolaso indagato per corruzione
"Appalti in cambio di soldi e sesso"
Appalti pubblici, è bufera sulla Protezione civile. Tanto da coinvolgere anche il «patron» Guido Bertolaso, sottosegretario e condidato Ministro, un alto magistrato romano, imprenditori e professionisti. Tutti legati dalla pesante accusa di corruzione. E per far luce su presunti appalti «manovrati», stanno indagando ben tre procure: quelle di Firenze, che ha emesso e ottenuto quattro ordinanze di custodia cautelare, Roma e Perugia. Al centro della maxi indagine il grande evento che doveva essere ospitato alla Maddalena lo scorso anno, poi spostato all'Aquila. Ma gli inquirenti hanno intenzione di non fermarsi solo a questo, e hanno già messo sotto la lente d'ingrandimento tutti i grandi eventi organizzati dalla Protezione civile da quando è diretta da Bertolaso: dal Giubileo, ai funerali di Giovanni Paolo II, dai soccorsi per lo tsunami nel Sud Est asiatico, all'emergenza rifiuti in Campania, fino agli aiuti ai paesi terremotati in Abruzzo. L'inchiesta della procura di Firenze ha portato anche all'arresto di quattro persone per corruzione, fra le quali Angelo Balducci, ex vice di Bertolaso, incaricato dell'attuazione delle opere per il G8 alla Maddalena, e ora presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici. Secondo i magistrati fiorentini, dalle indagini, iniziate quasi per caso, sarebbero emersi una serie di episodi di corruzione relativi agli appalti di alcune grandi opere, che sarebbero stati assegnati nel quadro di uno scambio di favori tra dirigenti dello Stato e imprenditori. Tra gli appalti illeciti, anche la ristrutturazione dello stadio centrale del tennis del Foro Italiaco. Un'inchiesta che si collega anche a quella romana sugli appalti per le celebrazioni del 150/o dell'Unità d'Italia e sui mondiali di nuoto. Durante l'esecuzione delle ordinanze, i carabinieri del Ros di Roma hanno anche portato a termine una sessantina di perquisizioni, anche negli uffici della Protezione civile, in via Ulpiano a Roma, e in casa ai Parioli del «re» del Dipartimento. La procura toscana ha dunque fatto finire in manette Angelo Balducci, 62 anni, Diego Anemone, imprenditore romano di 39, Mauro Della Giovampaola, di 44, e Fabio De Santis, di 47 anni, questi ultimi due dipendenti del Dipartimento di Sviluppo e Turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nei guai è finito anche il procuratore aggiunto romano Achille Toro, che nella Capitale coordina il gruppo di pm che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. L'alto magistrato, già indagato nel 2006 per la fuga di notizie nel caso Unipol-Bnl, risulta iscritto sul registro degli indagati assieme al figlio Camillo. Anche loro due hanno subito perquisizioni da parte dei militari. Il loro coinvolgimento riguarderebbe una fuga di notizie di cui avrebbero beneficiato alcuni degli indagati. Si tratta però di un fascicolo che finirà in mano ai magistrati di Perugia, competente per indagini che riguardano i pm romani. I magistrati toscani hanno iniziato a indagare sul G8 della Maddalena in seguito a un'intercettazione disposta nel corso di un'inchiesta sull'urbanizzazione dell'area Castello di Firenze, che vede indagati due ex assessori fiorentini e il patron di Fondiaria-Sai Salvatore Ligresti: in quelle conversazioni sarebbe stato fatto il nome di Balducci, che è stato poi a sua volta intercettato. Dalle indagini degli investigatori, sarebbe emerso un vero e proprio «scambio»: gli appalti che non si potevano affidare a Firenze, sarebbe stati «restituiti» con quelli alla Maddalena. Da qui le indagini si sono allargate a macchia d'olio. E si tratta soltanto dell'inizio di una serie di accertamenti che presto potrebbero far finire sul registro degli indagati altri noti personaggi.