L'ira di Cacciari
seguedalla prima «Corsini parla di ciò che non conosce», ha tuonato ieri Cacciari. Ma Corsini è stato assessore ai Lavori pubblici della città lagunare dal 2000 al 2005, prima con il sindaco Costa, poi con Cacciari, e nello stesso anno è stato nominato supervisore al progetto del Passante di Mestre. È quindi improbabile che non conosca come stiano messe le città venete in fatto di impianti sportivi e grandi infrastrutture. «Un Passante, quindi - volendo riassumere l'intervista all'assessore pubblicata ieri da "Il Tempo" - non fa primavera e neanche Olimpiadi». «Corsini non sa nemmeno del progetto del Quadrante di Tessera», continua Cacciari, variante urbanistica approvata a novembre dal Consiglio lagunare con il «no» secco dei consiglieri leghisti anche se la città era da un mese ufficialmente candidata. «A Tessera - dice ancora il primo cittadino -, nei prossimi anni sorgeranno importanti impianti sportivi. Corsini ignora poi l'infrastrutturazione dell'area, incomparabilmente migliore rispetto a ogni pensabile progetto romano». Può darsi. La reazione di Corsini non si è fatta attendere: «Il livore della replica di Cacciari è perfettamente in linea con il suo carattere. Si crede sapiente di tutto. Ho dedicato a Venezia cinque anni lavorando per un'amministrazione (quella Costa, ndr) che ha lasciato cose nemmeno lontanamente paragonabili al nulla del suo mandato». E ancora: «I veneziani non dovrebbero cedere all'illusione di qualche suono di trombone. Il Veneto competa pure con Roma, se crede di avere serie possibilità. Io, onestamente, ho qualche dubbio». Ma ieri non è stato solo il giorno del duello Cacciari-Corsini. Dopo gli insulti (ladri, copioni, scansafatiche, "magnoni" e via dicendo) lanciati dal leghista milanese Salvini, le camicie verdi sono passate all'azione in Senato. Promotore di un emendamento anti-Formula 1 all'Eur il brianzolo Cesarino Monti. Proprio lui che il Gran Premio ce l'ha sotto casa a Monza, vuole ad ogni costo boicottare il sogno della Capitale che a suo dire segnerebbe la fine delle corse automobilistiche in Italia. Ma i romani sono ingordi, parola di Matteo Salvini, copioni e ladri d'idee. Ecco allora l'esordio in Aula di Monti: «Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo». Parole sante? Dette da Monti no. Da Pio VII sì. Ve lo ricordate Paolo Stoppa, il Papa del film "Il Marchese del Grillo" quando i francesi che avevano fatto irruzione al Quirinale gli chiedevano di consegnare Roma a Napoleone? Fu lui, sua santità Pio VII, a pronunciare quelle parole: «Non possiamo, non dobbiano, non vogliamo». Altro che Cesarino Monti. Allora come la mettiamo? È Roma che tenta di scippare il Gran premio a Monza o Monti che scippa le parole al Papa? Questa è come la storia della Bagnacauda di ieri. La Capitale non ha alcuna intenzione di dare un'anima romana all'agliosa ricetta. Ha già le animelle d'abbacchio. Ed ecco ancora Monti che tenta, in Senato, di «immaginare un giorno in cui, cedendo non tanto alle aspirazioni di quel mondo variegato qual è quello degli appassionati di corse motoristiche, bensì alla bramosia e ai capricci di chi punta a inventarsi un evento che faccia scalpore e crei interesse non per i suoi contenuti tecnici e sportivi, ma per il luogo in cui viene svolto, se venisse quel giorno - dunque - ci possiamo aspettare di tutto, anche le auto da corsa che sfrecciamo in piazza S. Pietro». Monti Monti, ma che dici. E continua: «Questo emendamento ha il fine di creare i presupposti perché le corse automobilistiche in questo Paese continuino ad avere un futuro, evitando che si creino pericolosi precedenti per cui l'errore di qualcuno venga pagato da tutto il movimento del motorsport che merita rispetto... gli appassionati di motori non vogliono questo». Ma che ne sai, Monti, di quello che vogliono gli appassionati di motori. Sappi solo che a Roma, ogni giorno, in mezzo al traffico, 4 milioni di persone hanno a che fare con cilindri e pistoni. Quindi mettiti l'anima in pace, come direbbe Pio VII. Perché i romani, questo Gp, «lo possono, lo debbono e lo vogliono» avere. Matteo Vincenzoni