Ciancimino: "Mai parlato del premier coinvolto direttamente con la mafia"
"Ho sempre escluso, avendolo appreso direttamente da mio padre, ogni coinvolgimento diretto del Presidente del Consiglio Berlusconi con ambienti mafiosi". Ad affermarlo sul blog del sottosegretario Gianfranco Miccichè è Massimo Ciancimino, che così risponde alle critiche che gli sono state mosse ieri dall'esponente del Pdl, alla luce di quanto da lui dichiarato nel corso dell'ultima deposizione al processo Mori, a Palermo. Il figlio dell'ex sindaco mafioso del capoluogo siciliano aveva definito Forza Italia "frutto della trattativa tra Stato e mafia". Il messaggio - "Evito di rivolgermi con altri toni confidenziali, sicuramente oggi non più da Lei autorizzati. Non ho dubbi - esordisce Ciancimino nella lettera a Miccichè - che lei era presente all'epoca della nascita di Forza Italia, essendone di fatto stato chiamato a dirigere [...] la nuova esperienza Politica in ambito Siciliano". "Personalmente - aggiunge il figlio dell'ex sindaco di Palermo - non ho mai sentito neanche pronunziare il suo nome a mio padre ne direttamente o indirettamente. Mi consenta, gradirà sicuramente l'utilizzo del termine - commenta Ciancimino - le confermo che io non c'ero. Sono però altrettanto sicuro che lei durante le mie dichiarazioni rese in aula innanzi alla IV Sezione del Tribunale di Palermo, non c'era, non era presente". Ed è per la stima che ho sempre avuto per lei, e per la serenità e scevro da secondi fini - continua - come ultimamente ipotizzati da illustri suoi compagni di Partito, e con cui ho sempre reso dichiarazioni innanzi alla Procura di Palermo e Caltanissetta, stessa serenità con la quale ho sempre anche escluso, avendolo appreso direttamente da mio padre, ogni coinvolgimento diretto del Presidente del Consiglio Berlusconi con ambienti mafiosi". "Aspettate di sentire tutto" - "Vorrei solamente permettermi di invitare lei onorevole e tanti altri personaggi appartenenti alla stessa sua coalizione politica - dice ancora Ciancimino a Miccichè - a saper aspettare di conoscere tutte le mie dichiarazioni nella loro interezza rese e ancora da rendere nelle aule di giustizia, prima di poter arrivare a rilasciare dichiarazioni alquanto banali da me oggi lette nei principali quotidiani, ben lontane dalla reale 'mia versione dei fatti'. Lasciamo ad altri, in ogni caso, il compito di stabilirne la veridicità. In merito al mio presunto ruolo da 'star' da lei attribuitomi, mi permetto di ricordarle come ben altri illustri suoi colleghi condannati a reati e pene ben più severe delle mie, già da tempo godano di canali e spazi mediatici ben più consistenti ed esclusivi di quelli offerti a me, ed anche con la prerogativa di poter rendere interviste ed insulti nella totale assenza di giusto, e credo anche corretto, contraddittorio".