"A noi i Giochi, a voi i ministeri"

Roma ladrona? «Bè se s'intende in senso politico e cioè che chi governa ruba, allora c'è una buona dose di autocritica». Gigi Proietti, dall'alto della sua romanità, si sente chiamato in causa dal leghista Matteo Salvini che ha tuonato contro la Capitale sprecona, arraffona e copiona (vuole Olimpiadi, Festival del Cinema, F1 e chi ne ha più ne metta), magnona (vorrebbe rubare i marchi Dop di bagnacauda, tortelli di zucca e polenta valsugana) e naturalmente ladrona.  Proietti se vogliamo le Olimpiadi, ce le dobbiamo pagare... «E che vor dì? Queste sono manifestazioni nazionali che diventano internazionali. Noi le Olimpiadi ce l'abbiamo già avute, nel 1960. Sappiamo come si organizzano. Me le ricordo ancora: il mito Berruti, il caldo. Fu un'esperienza meravigliosa». Sono avvenimenti complessi... «Me pare che nelle grandi occasioni facciamo sempre una bella figura. Quando la Roma vinse lo scudetto e un milione di persone si riversò al Circo Massimo non ci fu un incidente. Ci sappiamo comportare bene, noi». E allora tutto questo acredine... «Una volta era campanilismo ora sono affermazioni un po' infantili. Pure questa faccenda che abbiamo copiato il Festival del Cinema? Ma Roma è il cinema, Cinecittà è qui, mica altrove. Ben vengano altri Festival, anche al Sud. Sarebbe bene che il nostro paese trovasse risorse per farne tanti altri. Ad esempio, io a Roma dirigo un teatro che fa solo Shakespeare e mi piacerebbe che ce ne fossero altri per confrontarci il lavoro. Mò che ce penso un progetto nel cinema l'hanno fatto: Barbarossa!!! Insomma diciamo che ognuno deve fare il suo mestiere. Le loro sono affermazioni anacronistiche, sono provocazioni. Insomma se rimaniamo nell'ambito delle battute ce possiamo pure stà, sennò... La ladrona esce fuori sempre a ridosso di elezioni. Forse fa ancora presa su una fascia ristretta di abitanti del Nord» I romani, però non si offendono... «E ce mancherebbe, noi c'abbiamo da lavorà mica possiamo perdere tempo. E poi se proprio ci tengono perché non portano su a Bergamo, Varese, Milano qualche ministero? Scopriranno sulla loro pelle cosa significa il peso di una rappresentanza nazionale per questa città in termini di traffico e di manifestazioni tutte le settimane». L'accusa più infamante: vogliamo i marchi Dop della bagnacauda, della polenta e della milanese... «Bè la milanese me la faceva pure mia madre, noi la chiamavamo fettina panata. Pure la polenta, mica l'hanno inventata loro. La fanno pure in Abruzzo e nel Frusinate. Comunque su questa questione ho la risposta pronta in termini "politici": apriamo un tavolo e ognuno porti la sua specialità. Loro la bagnacauda, noi un bel piatto di rigatoni all'amatriciana. Poi si chiama una giuria di extracomunitari che decidono qual è il piatto migliore». Se alla fine vincesse Venezia le dispiacerebbe? «Onestamente sarei contento perché resta tutto in Italia. E poi chi non ama Venezia? Ma se sognano ancora la secessione, bè stiano attenti perché poi le tasse le devono pagare sul serio».