Lupi: «C'è una manovra per colpire al cuore la Chiesa»
.Questa strategia sta cercando di dare una lettura politica all'esperienza e ai messaggi della Santa Sede lasciando intravedere l'esistenza di uno scontro di potere». Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, dice di sentirsi offeso come cattolico da questi attacchi serrati che hanno messo nel mirino la Chiesa, le alte cariche ecclesiastiche fino ad arrivare al Pontefice. Prima il fuoco di fila contro Boffo, costretto a dimettersi poi una serie di articoli su presunti scontri nelle gerarchie. Che succede? «C'è un tentativo preciso di snaturare la missione della Chiesa attribuendole logiche che sono proprie della politica e dei partiti. Ed ecco quindi che si immaginano scontri tra Bertone, Ruini e Bagnasco con ricostruzioni e retroscena del tutto infondati. Ci si dimentica che la natura della Chiesa è nel richiamo al senso e al significato della vita. Tutto ciò è inaccettabile. Fino ad oggi in Italia, terra di tradizione cristiana, non c'è stata la sconfitta di questa esperienza di popolo ma ora tira un vento pericoloso». Chi attacca la Chiesa sta anche cavalcando lo scandalo dei preti pedofili, che ne pensa? «I richiami forti che ha fatto il Pontefice sui preti pedofili sono stati strumentalizzati. Invece di sottolineare la chiarezza e la capacità che ha mostrato il Santo Padre nel dire ciò che è bene e ciò che è male e di dare un giudizio chiaro e netto sui mali della società, si approfitta di questo tema per condannare la Chiesa nella sua totalità». Secondo lei c'è un filo rosso che lega gli attacchi alla Chiesa alle battaglie sull'aborto o contro la famiglia? «C'è tutto un fronte che sta cercando di scardinare i principi e i valori sui quali si fonda la Chiesa. Questi valori sono la centralità della persona e della famiglia, la difesa della vita. Sono tutte testimonianze di un modo di concepire l'esistenza. È impressionante come solo due mesi fa tutti conclamavano il Papa per l'enciclica Caritas in Veritate come un punto di riferimento e oggi quelli stessi cercano di ridurre quella lungimiranza di annuncio. Assumiamoci le nostre responsabilità fino in fondo». Non si può negare che certi attacchi sono partiti dal Giornale di Feltri con la campagna che ha portato alle dimissioni del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo... «Vorrei ricordare che io ho criticato duramente Feltri per come ha gestito tutta la vicenda di Boffo. Ma a Feltri va anche riconosciuto il merito di aver avuto il coraggio di chiedere scusa quando si è accorto di avere sbagliato. Credo che anche altri giornali dovrebbero mostrare senso di responsabilità». Si riferisce per caso a La Repubblica? «La Repubblica ha come linea editoriale il gossip e riduce l'esperienza della Chiesa a una lettura di potere. Lo stesso vale per come è stata trattata la vicenda dei preti pedofili con una esasperazione che non tiene conto del forte richiamo del Pontefice. Non viene poi minimamente considerato il lato umano di certe situazioni e il travaglio di chi è incappato nell'errore. Tutto ciò è inammissibile».