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Di Pietro ritratta: «La piazza è la nostra linfa»

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.Una conversione rapidissima che, in soli due giorni, ha fatto cambiare idea ad Antonio Di Pietro. «Basta all'opposizione solo di pancia o di piazza» andava urlando dal palco del primo congresso del partito. Doveva essere il lancio di una nuova strategia, più democratica e meno radicale, che portasse l'Idv a diventare l'alternativa per vincere le Politiche del 2013. Sono passati solamente due giorni e ieri tutti i buoni propositi sono stati rinviati a data da destinarsi. Troppo forte il richiamo che arriva dalla piazza dove il "popolo viola" schierato contro Berlusconi grida e sbraita e allora meglio correggere il tiro: «La protesta di piazza è il punto di forza dell'Italia dei Valori - spiega il leader del partito -. È il carburante e linfa vitale della nostra azione. Non si illudano! Noi non ci lasciamo intimidire, non abbandoniamo le piazze». E così Di Pietro fa marcia indietro. Magari non con convinzione ma di fronte ad una folla di gente che all'«opposizione di pancia» e alla «piazza» non vuole rinunciare, non poteva fare altro. Senza contare poi che, proprio il suo "popolo", mentre lui parlava al congresso, stava organizzando per il 27 febbraio> una grande manifestazione nazionale. Un evento indetto contro il legittimo impedimento e all'insegna dell'antiberlusconismo. Così Tonino dei Valori, per l'ennesima volta, si ravvede, cambia strategia, valuta cosa sia più conveniente fare in una data circostanza e poi, in caso, rettifica. E basta vedere la storia dell'ex magistrato per capire quanto abbia utilizzato la strategia del cambiare idea. Sabato scorso, per esempio, sempre durante il congresso, aveva annunciato che «una fusione tra Idv e Pd sarà molto importante». Ma meno di ventiquattro ore dopo, ritratta: «A nessuno è venuto in mente di fondere l'Idv con il Pd». Ma andando a ritroso negli anni ci si può sbizzarrire. Per esempio al tempo della guerra in Iraq prima si diceva favorevole («l'Idv condivide le ragioni per le quali il governo Berlusconi ha dichiarato che vuole inviare strutture assistenziali e militari in aiuto al popolo iracheno e si augura che la missione possa raggiungere gli obiettivi precostituiti») e poi - dopo l'incontro con Occhetto - tuonò: «La guerra in Iraq va definita come un'occupazione e su questo l'Ulivo dovrebbe essere coerente e dire no». E dal punto di vista elettorale? Il rimando va alla battaglia sullo sbarramento al 4% alle Europee 2009. Anche in questo caso nell'arco di 24 ore è passato dal sì al no e poi ancora al sì. Lunedì 2 febbraio, ore 19.11 Di Pietro spiega: «L'Idv non si opporrà allo sbarramento del 4% alle Europee». Il giorno dopo l'Ansa registra alle 12.30 che Di Pietro non vorrebbe lo sbarramento, perché lo vogliono Pd e Pdl. Poi alle 20 si vota alla Camera. E cosa fa l'Idv? Vota sì allo sbarramento. Allora che si tratti di semplici ripensamenti o siano strategie politiche?

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