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Campania, scintille tra Carfagna e Mussolini

Mara Carfagna

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NAPOLI - Stesso schieramento, stili di donna diversi. E di conseguenza diversa campagna elettorale. Al debutto le differenze già si notano nel modo di parlare e nelle opinioni, ma senza rinunciare a punzecchiarsi a vicenda. Mara Carfagna e Alessandra Mussolini sono candidate a Napoli per le Regionali campane. L'una lanciata capolista all'ombra del Vesuvio dal Cav, a dimostrazione di quanto il Pdl voglia ritornare a Palazzo Santa Lucia; l'altra, da sempre fiera oppositrice in prima persona di Bassolino e compagni. Un solo partito, due candidate con un po' di competizione tutta al femminile. Sarà lotta tra la misurata Mara e la focosa Alessandra? La prima risponde con il solito savoir fare: «Non cedo alla tentazione di chi tenta di mettere le donne della politica in competizione l'una contro l'altra», sorride, fedele al suo ruolo di ministro. E aggiunge: «Credo sia un modo di banalizzare e ridicolizzare l'impegno politico al femminile». Elogia la collega avversaria come solo il gentil sesso, probabilmente, sa fare: «Lei ha una storia importante alle spalle, si è candidata cinque volte da queste parti, è stata eletta, ha sempre combattuto, ha sfidato Bassolino al Comune, è una donna che ha avuto la forza di fondare un partito da sola. Insomma, se prendessi solo la metà dei suoi voti - conclude candidamente - sarebbe un risultato straordinario». Lusinghe cui la Mussolini sembra non cedere affatto, e risponde a modo suo. Sarà che le donne difficilmente credono ai complimenti delle donne, perché sanno che in genere non sono sinceri? L'impetuosa Alessandra non si fida, e alle belle parole della collega risponde con un sorriso e un'ironia decisamente più pungenti di quelli di Mara: «Lei non si deve preoccupare, i voti glieli caleranno dall'alto, dal cielo», è la risposta alla capolista. E poi chiarisce: «La cosa più importante è portare voti a Caldoro per sconfiggere dopo anni e anni il centrosinistra. Non è una gara, le nostre sono candidature di servizio – almeno su questo sono d'accordo – siamo qui per il Pdl, io sono scesa in campo perché non voglio stare a guardare l'imputato De Luca». Unite dalla stessa battaglia. La Carfagna è scesa in campo non per sé ma per il partito, glielo ha chiesto il premier e ha scelto di sporcarsi le mani andando a chiedere voti peraltro a Napoli, che non è Salerno, la sua città. La Mussolini ha deciso di correre per dare manforte a Caldoro, raccogliere voti nei quartieri popolari e fare da traino. Stessa partita ma opinioni diverse. Anche sulla legge elettorale, che impone in Campania la doppia preferenza uomo-donna. La Carfagna: «La competizione tra esponenti del gentil sesso è uno dei motivi per cui ho dei dubbi». La Mussolini: «A me invece piace, elimina il listino e si vota un uomo e una donna». La prima si ferma lì, la seconda non riesce a frenare un ulteriore commento: «Mara la vedo troppo preoccupata dai voti e dai numeri, pensiamo a vincere, senza “vuommechi”», che sarebbero, in napoletano, i capricci tipici dei bambini. Siamo solo all'inizio, ma la sfida tra first lady è già cominciata.

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