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Brunetta: "Welfare, padri ipergarantiti"

Renato Brunetta

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Il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, va all'attacco del nostro «cattivo welfare» dove i padri sono «ipergarantiti» a differenza dei figli e spiega: «Noi concentriamo la flessibilità sui figli, l'articolo 18 garantisce i padri». Appunto, gli ipergarantiti. Non poteva mancare a stretto giro di posta la replica di Sergio Cofferati, ora parlamentare europeo, ma nel 2002 a capo della Cgil quando riuscì il 23 marzo a portare in piazza, a Roma, 3 milioni di persone proprio per difendere quella norma dello Statuto dei Lavoratori (che prevede nelle aziende con più di 15 dipendenti il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa) dalle modifiche volute dal governo Berlusconi. «E che c'entra l'articolo 18 col presunto ipergarantismo», ha commentato l'ex sindacalista sottolineando come l'articolo sia una norma di civiltà del lavoro. Ma per Brunetta si tratta di «strumentalizzazioni stupide» alle quale bisogna porre fine e che provengono da «sedicenti di sinistra che, in realtà, sono dei conservatori, dei corporativi che non capiscono un ragionamento serio e perbene». Insorge anche la presidente dell'assemblea Pd, Rosy Biondi, secondo la quale il ministro fa ideologia e non proposte. Brunetta ha parlato dell'articolo 18 nell'ambito di un ragionamento più ampio. «Noi - ha rilevato - spendiamo tantissimo per finte pensioni di invalidità e non diamo nulla ai giovani per borse di studio, prestito d'onore, per la casa o per mettersi in proprio. Rispetto all'Europa siamo fuori». Quindi, si spende troppo per un «cattivo welfare e troppo poco per i giovani, che non ce la fanno a uscire di casa, e i padri se li tengono». «Io penso di non essere un'ipocrita - ha aggiunto - ho detto che l'articolo 18 protegge i padri e non i figli: questa è la sacrosanta verità».

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