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Alcoa, alta tensione a Portovesme

La protesta dei lavoratori Alcoa

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CAGLIARI La Sardegna si ferma oggi 24 ore per lo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil, e scende in piazza a Cagliari per gridare il proprio No alla crisi: saranno tra 20 e 30 mila le persone che parteciperanno al corteo. I sindacati, le associazioni, la chiesa e gli enti locali saranno accanto a lavoratori, disoccupati, pensionati e studenti per chiedere alle istituzioni regionali e al Governo nazionale strumenti e strategie per arginare gli effetti di un mercato in difficoltà che sta portando diverse aziende, soprattutto della grande industria guidata dalle multinazionali straniere, a chiudere gli stabilimenti nell'Isola.   Emblematico il caso dell'Alcoa di Portovesme, dove anche ieri la tensione era alle stelle. I dirigenti aziendali sono stati allontanati dai lavoratori che, appena rientrati da Roma, si preparano a manifestare nuovamente a Cagliari. La multinazionale statunitense chiede garanzie sul costo dell'energia e la copertura del Governo in caso di eventuali sanzioni Ue. L'azienda ha minacciato di mettere in cassa integrazione 450 operai del Sulcis, chiudendo gli impianti, contro il parere negativo dei lavoratori, dei sindacati e dello stesso Governo che, pur lavorando per trovare una soluzione in sede comunitaria, ha intimato: «niente decisioni unilaterali». «Siamo molto impegnati. Stiamo lavorando e confidiamo di garantire la continuità produttiva» ha sottolineato ieri il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.   Ma nella lunga lista delle aziende in crisi - i sindacati ne contano almeno 600 con circa 12mila addetti che usufruiscono degli ammortizzatori sociali - ci sono tutti i distretti industriali, dalla metallurgia alla chimica di Ottana, per le quali vi sarebbe qualche spiraglio, a quella di Porto Torres, con gli operai ancora in cima alla Torre aragonese in attesa di risposte. Non mancano anche le vertenze degli altri territori e di altre attività produttive: il settore manifatturiero, quello lapideo, l'agroalimentare e l'edilizia. In piazza anche i problemi del pubblico impiego, in primis la scuola, e dei precari di oggi e di domani. «La situazione è drammatica in tutti i territori, in tutte le fasce d'età e la povertà relativa avanza - hanno spiegato i sindacati - serve una svolta che passi attraverso la verifica degli impegni presi con l'intesa istituzionale di programma, la rivisitazione del piano di rinascita o sviluppo che contenga una strategia industriale, un piano pluriennale per il lavoro e di contrasto alle povertà ed il riconoscimento del gap insulare».   «Lavoro, sviluppo, autogoverno: dalla crisi alle opportunità», con questo striscione unitario si aprirà il corteo che sarà concluso dai comizi dei sindacalisti. Intanto dall'Europa arrivano segnali incoraggianti per la vertenza Alcona. La commissaria Ue alla concorrenza Neelie Kroes ha spiegato che Bruxelles «sta studiando il nuovo dl energia ed è in stretto contatto con le autorità italiane». «La commissione - ha aggiunto - ha l'obbligo di valutare se certe norme sono compatibili con le regole europee sulla concorrenza. Spero che si arrivi a una soluzione il più presto possibile». Al fianco dei lavoratori anche il governatore Ugo Cappellacci. «Nella lunga riunione notturna a Palazzo Chigi - ha detto parlando al consiglio Regionale -, quando al termine del confronto siamo scesi tra gli operai che ci attendevano in piazza Montecitorio, sono stato emotivamente colpito, e non voglio che sembri un atteggiamento demagogico, nel guardare quei volti. Vi ho socrto grande dignità e fierezza». Quindi un attacco ad Alcoa: «Lo sforzo di tutti non è bastato. Anzi, Alcoa sta proseguendo questo gioco al rialzo inaccettabile e intollerabile».  

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