Brunetta: "Padri ipergarantiti Ai giovani spetta troppo poco"
Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, è personalmente per una modifica dell'art.18 dello statuto dei lavoratori che monetizzi e non difenda con il reintegro. Lo ha detto lo stesso ministro a Porta a porta, (la puntata in onda questa sera) dicendo "basta con le strumentalizzazioni stupide". "Penso di non essere un ipocrita - ha tenuto a precisare Brunetta -: ho detto che l'art.18 protegge i padri e non i figli e questa è la sacrosanta verità. Io propongo un sistema che protegga i padri e i figli". "Noi concentriamo - ha spiegato Brunetta - la flessibilità sui figli bamboccioni, mentre l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori garantisce i padri che sono ipergarantiti". «A me il termine bamboccione non piace. Lo ha usato per primo Padoa Schioppa. Questo termine - ha detto il ministro che nei giorni scorsi ha lanciato la provocazione 'anti-bamboccionì - segna uno squilibrio che non è colpa dei giovani, ma dei padri». Insomma, ha aggiunto Brunetta, «per causa di un cattivo welfare i giovani non ce la fanno ad uscire di casa e quindi i padri se li tengono con loro». Per il ministro dunque «il welfare dovrebbe essere modificato» e diventare più simile «al resto dell'Europa, affinchè i nostri giorni non debbano restare a casa così tanto». Per Bruno Tabacci di Alleanza per l'Italia «l'analisi di Brunetta è giusta, ma il problema è che lui è ministro e a queste cose dovrebbe pensarci il governo». Il sindaco di Torino e presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, - che poco prima aveva spiegato di essere uscito di casa presto e di essere partito per «il servizio militare dove ti insegnano subito a rifarti il letto: a fare il cubo» - ha detto che la questione giovani «è il grande onere della classe dirigente del Paese».