Roma fuori dalla crisi puntando sull'Europa

Lazio regione d'Europa. Nel senso che solo cogliendo al meglio le opportunità offerte dall'Ue la Regione potrà uscire dalla crisi economia e dare una prospettiva a imprese e nuove generazioni. Ne è convinta Renata Polverini, candidata del Pdl alla presidenza del Lazio. «La Regione può cogliere di più e meglio le opportunità che offre l'Europa, non solo utilizzando al meglio i fondi strutturali, spesi solo in parte e con scarsi risultati, ma anche con una programmazione più avveduta in grado di rendere la Regione davvero competitiva nell'accesso ai bandi - spiega la Polverini - In cinque anni sono stati pochi i progetti presentati rispetto alle risorse a disposizione». Per la candidata del Pdl «si può e si deve fare di più». «Per questo - assicura - si deve garantire un coordinamento delle politiche comunitarie davvero efficace, posto alle dipendenze della presidenza della Regione, per una progettazione che non si traduca in politiche settoriali indipendenti tra loro. Bisogna fare sistema e raccordare l'attività progettuale coinvolgendo università, ricerca, enti locali, parti sociali, imprese. Altrimenti si rischia di continuare ad avere una dispersione di opportunità oltre che di risorse professionali qualificate quali quelle che sono impegnate sia a Bruxelles, che nell'amministrazione regionale, sempre più demotivate per la mancanza di una regia efficiente». Ma non basta. Per la Polverini bisogna anche «puntare su una maggiore formazione dei progettisti, la cui competenza e qualità nella messa a punto delle proposte per accedere ai bandi comunitari è determinante». La crisi economica non ha risparmiato il Lazio e la situazione attuale richiede interventi immediati. «Bisogna evitare processi di desertificazione industriale facendo in modo che le multinazionali continuino a produrre nella nostra regione, al contempo dobbiamo sostenere le tante piccole e medie imprese anche con incentivi per le aziende che assumono o che stabilizzano lavoratori». Ma, secondo la Polverini «per far sì che l'economia regionale riparta, occorre procedere al recupero delle aree di crisi industriale senza dimenticare che l'intero tessuto industriale necessita di un vero e proprio restyling che assicuri un'adeguata rete di servizi e di infrastrutture. Vogliamo puntare sui nostri punti di forza: polo tecnologico, industria aerospaziale, audiovisivo e telecomunicazioni». Per quanto riguarda le famiglie, la candidata Pdl ricorda: «La famiglia va tutelata con politiche di sostegno al reddito. L'obiettivo è ridurre l'addizionale regionale Irpef una volta che il nuovo piano sanitario regionale andrà a regime. Cercheremo di incrementare la qualità e la quantità dei servizi». Fondamentale, per sostenere il reddito delle famiglie, sarà anche rilanciare due settori nevralgici dell'economia laziale: il turismo e l'edilizia, «chiavi di volta di questa regione». «obbiamo valorizzare la montagna e i nostri 360 chilometri di coste, puntando sulla portualità e su adeguati collegamenti infrastrutturali. Il Lazio vanta un giacimento ambientale, naturalistico e culturale che va nel suo complesso valorizzato - spiega Renata - Riguardo l'edilizia, serve un piano straordinario per facilitare la realizzazione di edilizia residenziale pubblica, promuovendo l'integrazione tra pubblico e privato». Sulle criticità della Regione (rifiuti e sanità) la Polverini ha le idee molto chiare: «Dall'emergenza rifiuti si esce solo affrontando tutte le fasi del ciclo dei rifiuti, sensibilizzando la cittadinanza per incrementare la differenziata. Bisogna poi concertare con la grande distribuzione e con i produttori un piano per ridurre gli imballaggi. Sul fronte degli impianti di smaltimento, c'è stata una decisione della Regione Lazio per costruire il quarto impianto ad Albano e so che le comunità locali sono contrarie. Noi possiamo cercare di mediare, ma è evidente che bisogna trovare un sito perché senza quell'impianto il Lazio continuerà a produrre rifiuti in eccesso per almeno 500 mila tonnellate annui. La sanità, infine, rappresenta il nodo principale da sciogliere. Presenteremo al governo un nuovo piano che punta ad uscire dall'emergenza senza penalizzare ulteriormente i cittadini. Prima di chiudere qualunque ospedale o tagliare un solo posto letto, dobbiamo intervenire sugli sprechi abbattendo i costi della burocrazia e della politica, ad esempio accorpando le Asl, razionalizzando i centri di costo, tagliando le consulenze. Occorre una nuova governance del settore che implichi la creazione di una struttura di controllo della spesa».