Regionali, è gelo tra Berlusconi e il Pdl
È un rospo che gli pesa sullo stomaco da diversi giorni e ora è tentato di lanciare una sorta di ultimatum. Berlusconi è sul punto di sbottare. Alcune candidature che il Pdl gli «ha imposto» non gli vanno proprio giù; non ne condivide il profilo, ne ha intuito la debolezza e la scarsa capacità di mobilitare consensi. Non è un caso che ultimamente si senta strattonato da più parti. Tutti lo reclamano sul territorio e a più riprese dal Pdl arriva il pressing di un suo sostegno diretto ai vari candidati. Palese, candidato in Puglia dopo una giornata di discussioni serrate alla ricerca di un accordo con l'Udc, si è affrettato a dire che il premier si spenderà sul territorio direttamente. Insomma l'impressione che Berlusconi avrebbe ricavato è che «l'apparato» del Pdl vorrebbe mano libera sulle candidature salvo poi essere sicuro che lui interverrà con il suo carisma ad aprire l'ombrello sui potenziali governatori regionali scendendo in campo per la campagna elettorale e facendo il pieno di voti. Come sempre. Il premier sarebbe furioso, dice il tam tam dentro il Pdl, soprattutto con il ministro Fitto che con il sottosegretario Alfredo Mantovano, avrebbe messo una sorta di ipoteca sulla Puglia e contro una tendenza strisciante da parte di alcuni a posizionare i propri uomini nelle regioni in odore di vittoria a prescindere dalla caratura del candidato. Tanto poi ci pensa Berlusconi a fare incetta di voti, è il ragionamento. Di questo il premier si sarebbe lamentato con un paio di fedelissimi che però non vogliono uscire allo scoperto. Non è passata inosservato il tono del comunicato con cui i vertici del partito hanno comunicato le ultime candidature. «I Coordinatori nazionali del PdL, sentito il Presidente Berlusconi, - si legge - hanno designato alle presidenze delle giunte regionali per la Basilicata Nicola Pagliuca, per la Puglia, Rocco Palese, per la Toscana Monica Faenzi, per l'Umbria Fiammetta Modena». C'è scritto «sentito» il che significa che Berlusconi ha avuto comunicazione della scelta ma non c'è scritto «d'intesa». Una sfumatura che la dice lunga sul clima. Come per la Puglia anche per l'Umbria la candidatura di Fiammetta Modena sarebbe stata tirata per i capelli. Con il Pd diviso che ha fatto fuori il presidente in carica, in molti nel Pdl si aspettavano un candidato di maggior impatto. Al momento Berlusconi sta a guardare. Non è un caso che ultimamente abbia rimarcato che «si occupa di cose del governo». Come dire che lascia al partito la regia delle Regionali. Ma fino a quando? Di sicuro si spenderà in prima persona in campagna elettorale, come sempre ma non è escluso che, in base a quali saranno i risultati finali, anche in caso di vittoria risicata, vada a chiedere conto al partito delle scelte. E in quel caso un rimpastino nel Pdl potrebbe non essere del tutto escluso.