Lazio, la provocazione di D'Ubaldo «Fuori dalle liste chi bestemmia»
Chibestemmia o nega il disvalore della bestemmia va escluso dalle liste del Partito democratico. La Carta dei valori, posta a base del nostro partito, chiede a tutti un soprassalto di coerenza». L'autore della proposta è il senatore del Pd Lucio D'Ubaldo, che rincara la dose: «Il paradosso è che i Democratici sentano il dovere di difendere dall'ostracismo leghista l'identità religiosa degli immigrati di fede islamica - continua infatti D'Ubaldo - e non avvertano invece l'esigenza di ripudiare quei comportamenti destinati a offendere la sensibilità tanto dei cristiani quanto, più semplicemente, di ogni cittadino rispettoso delle regole di civile convivenza. O c'è qualcuno che considera la blasfemia un simbolo della cultura progressista?». Provocatore nato, D'Ubaldo. Strenuo difensore della cultura cattolico-popolare all'interno del Pd, solo pochi giorni bacchettava: «Chiamparino sbaglia: la candidatura della Bonino non è stata imposta dall'esterno, rappresentava un'ipotesi di lavoro su cui, con riserbo, ci si interrogava da mesi. Ma Emma si concentri di più sul Lazio. Dobbiamo assumere il ruolo che ci compete nella definizione e nello sviluppo di un progetto vincente. Intanto serve sciogliere il nodo della doppia candidatura, in Lombardia e nel Lazio».