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L'allarme del Papa

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Nelmondo dominato da linguaggi distorti e confusi, il Pontefice usa la chiarezza e la semplicità della parola, del Verbo, per richiamare tutti a uno sforzo di responsabilità in difesa del lavoro. Parole chiare senza possibilità di doppi o tripli sensi. Nessuno si può sentire escluso da uno sforzo collettivo necessario a riportare l'economia al servizio della persona. Il disegno ideale dell'enciclica dedicata alla nuova visione del ruolo dell'economia, la «Caritas in Veritate», diventa immediatamente concreto e operativo: l'impresa deve mettere da parte la creazione di valore a ogni costo e riscoprire la sua dimensione sociale. Mettere cioè, tra i suoi primi obiettivi, la tutela del lavoratore e della sua famiglia. Parole, quelle di Benedetto XVI (che seguono l'appello della Cei di qualche giorno fa che ha chiesto «di raccogliere il grido delle famiglie che restano senza lavoro») scuotono, risvegliano coscienze sopite dall'accettazione passiva dei guasti creati da un capitalismo senza regole. Quello stesso che ora i potenti della terra stanno cercando di imbrigliare, non di stritolare, ripristinando la prevalenza della politica nelle scelte. Così il messaggio di Benedetto XVI tocca prima i lavoratori della Alcoa di Portovesme in Sardegna, la multinazionale dell'alluminio, pronta a fare le valigie e ad abbandonare l'Italia per mancanza di competitività nella struttura dei costi. Gli operai sono lì in piazza San Pietro e raccolgono le parole del Santo Padre con commozione. La stessa che provano a Termini Imerese in Sicilia gli operai della Fiat alle prese con le stesse preoccupazioni. Le parole danno loro manforte. È lo stesso Papa a citarli, in ossequio ancora una volta al principio della chiarezza: «Penso ad alcune realtà difficili in Italia come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme». Le parole sono lame. Nell'estrema semplicità scuotono tutte le coscienze. Quelle dei sindacati che applaudono e quella del ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che invita istituzioni e imprese a seguire l'appello di Benedetto XVI. Non senza strigliare anche le aziende e i loro manager, sollecitandoli a una responsabilità sociale che impedisca i ridimensionamenti, soprattutto dopo anni di utili e di aiuti. «Tocca alle imprese - afferma Sacconi - esprimere quanto più quella responsabilità sociale che deve indurre a non compiere frettolose scelte di ridimensionamento occupazionale dopo aver avuto lunghi anni di utili e, magari, aiuti pubblici». E, in particolare, «tocca al management, spesso ben remunerato anche in tempo di crisi, esprimere autentica capacità di riprogettazione dei destini aziendali a misura delle persone». Risponde all'appello anche il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola: «Il Santo Padre ha dato a tutti noi un ulteriore stimolo ad impegnarci in difesa dell'occupazione». Condivide anche il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. Tutti d'accordo. Ora è il momento di fare. Filippo Caleri

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