«Centomila nuovi posti grazie alle grandi opere»
Centomilaposti di lavoro in due anni. Come? Puntando sulle grandi opere programmate dal Campidoglio e dalla Regione e, al contempo, istituendo un tavolo interistituzionale di emergenza con Prefetto, ministeri del Welfare e dello Sviluppo Economico, enti locali e imprenditori per gestire gli effetti della crisi economia e occupazionale. È questo «piano straordinario» la sfida del sindaco di Roma Gianni Alemanno per far ripartire l'economia. In un Palazzo dei Congressi dell'Eur gremito in ogni ordine di posti per l'apertura della campagna elettorale del consigliere regionale Pdl Pietro Di Paolo - uno dei fedelissimi del primo cittadino - Alemanno risponde alla sollecitazione di Benedetto XVI garantendo che la Capitale e il Lazio «saranno i primi a uscire dalla crisi economica». Come? «Se sviluppiamo tutti i progetti elaborati dal Comune di Roma in questi mesi e aggiungiamo quelli delle associazioni imprenditoriali e della Regione possiamo produrre in due anni, tra il 2010 e il 2011, centomila posti di lavoro a Roma e nel Lazio», arringa convinto verso la folla Alemanno. «Per questo - aggiunge - oggi chiederò al Prefetto la convocazione di un tavolo con tutte le Istituzioni, le forze sociali e produttive per approntare questo piano, in modo da mettere tutti i soggetti nelle condizioni di sviluppare la loro progettualità, e rompere tutti i blocchi e tutti i vincoli burocratici. Abbiamo fatto un monitoraggio - spiega Alemanno - non c'è bisogno di spendere soldi pubblici che non ci sono: c'è semplicemente l'urgenza di dare opportunità all'imprenditoria privata». Per Alemanno le potenzialità di Roma e del Lazio sono tali da far sì che questo territorio possa diventare la prima economia italiana, trainando il resto del Paese. In quest'ottica di rilancio dell'economia si inquadra il ricorso al Tar annunciato dal Campidoglio contro i vincoli posti dal ministero dei Beni Culturali sull'Agro Romano. L'edilizia, nel disegno di Alemanno, assolve a una doppia funzione sociale: dare risposte all'emergenza abitativa e trainare l'economia locale, da sempre intrinsecamente dipendente dal mattone. Tra i settori in cui Alemanno vede spazi per nuova occupazione c'è poi il turismo, grazie alla realizzazione del secondo polo che metterà a sistema l'Eur e il Lido di Roma. «Il progetto è pronto, mancano solo le autorizzazioni per partire con il water-front di Ostia». E ancora: la Rinascente, le torri dell'Eur, il piano casa. «Centomila posti di lavoro - conclude il sindaco - si possono realizzare tra quest'anno e il prossimo, ovviamente con il concorso della Regione Lazio. Lo porteremo come contributo nel programma della Polverini, e al tavolo in prefettura ci dovrà essere anche il governo con il Ministero del Welfare e dello Sviluppo economico». Da un lato, quindi, Alemanno traccia la strada, non disdegnando astrazioni dal ruolo di sindaco per rinsaldare sempre più un indiscutibile profilo nazionale. Dall'altro consolida il rapporto con la candidata Pdl alla presidenza del Lazio Renata Polverini. I due ormai vanno avanti come un sol uomo. «Il lavoro sarà al centro della nostra azione: le prime immediate risposte che la Regione dovrà dare saranno indirizzate ai lavoratori che hanno perso il lavoro e alle imprese in difficoltà - dice la Polverini - L'appello del Santo Padre sull'occupazione riflette la preoccupazione comune. Per questo sarà prioritario sostenere sia il reddito delle famiglie sia le imprese agevolando l'accesso al credito e prevedendo incentivi alle aziende che assumono o stabilizzano l'occupazione». La proposta di Alemanno trova subito i consensi degli imprenditori (il presidente Uir Aurelio Regina, il leader Confcommercio Roma e Lazio Cesare Pambianchi e il numero uno di Federlazio Maurizio Flammini si dichiarano subito «accanto al Campidoglio e pronti alla sfida») e del mondo politico: si dicono immediatamente favorevoli, tra gli altri, il ministro Andrea Ronchi, i deputati Vincenco Piso, Fabio Rampelli, Gianni Sammarco, Beatrice Lorenzin, gli assessori comunale e provinciale Davide Bordoni (Pdl) e Massimiliano Smeriglio e il consigliere regionale Francesco Saponaro. E anche i sindacati Cisl e Uil si dicono «aperti al confronto».