Campania, c'è De Luca E il Pd perde gli alleati
NAPOLI - Saltano le primarie, il candidato del centrosinistra in Campania è il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Una commedia dell'assurdo le vicende del partito di Bersani all'ombra del Vesuvio: dopo aver tentato in tutti i modi di ostacolare la corsa dello storico nemico salernitano, ieri mattina i bassoliniani sembrano essersi arresi. L'assessore regionale Riccardo Marone, fino a poche ore prima impegnatissimo a radunare le truppe, si è tirato indietro: «Non ci sto a distruggere la coalizione con il mio nome». Qualcun altro tra gli uomini del governatore ha pensato di farsi avanti, il termine per la presentazione delle candidature è stato spostato da mezzogiorno alle due del pomeriggio, mentre nella sede del partito, in contatto costante con Roma, gli animi fremevano. Ma il blitz non è riuscito: allo scoccare dell'ora l'unico nome iscritto a correre alle primarie era ancora solo quello di De Luca. A quel punto Pd, Api e Verdi hanno comunicato che le primarie non ci saranno, e che preso atto dell'assenza di altre candidature, si affida a De Luca il compito di rappresentare la coalizione come candidato presidente. «Con lui ci impegniamo a lavorare all'ampliamento della coalizione e alla definizione programmatica di un'alleanza – si legge nella nota – I risultati che di questo lavoro saranno valutate nei prossimi giorni negli organismi dirigenti dei partiti». Parole che, secondo voci di corridoio, potrebbero nascondere l'ennesima trappola dei bassoliniani, che nell'ombra starebbero lavorando a un nome condiviso dagli alleati che metta fuori gioco il sindaco sceriffo. Il primo cittadino ha contro, oltre che gli uomini del governatore, anche buona parte della coalizione: in primis Idv, che sul suo nome ha posto sempre un veto, poi la Federazione della sinistra di Ferrero, la vendoliana Sinistra ecologia e libertà, e i socialisti. Tutti ieri hanno ribadito la loro posizione, preparandosi a creare una seconda forza di sinistra che sfidi il Pd, oltre che il Pdl. In pratica con De Luca ci sono una parte dei bersaniani – cui fa capo anche Bassolino - e dei franceschiniani, più i nuovi seguaci di Rutelli e i Verdi. Ma gran parte dei campani, quelli che poi realmente andranno a votare, sono con lui più che con Bassolino, schiacciato dal peso di un decennio di disastri. E mentre a suo favore nascono comitati e si preparano le liste civiche che già gli fecero vincere le comunali del 2006, il governatore cerca un modo per non perdere la partita. Sono le alleanze che indeboliscono De Luca e proprio su quelle gioca il “nemico”, che sta provando a convincere il rettore dell'università Federico II, Guido Trombetti. Il quale è disposto a dire sì solo se a sostenerlo ci sarà tutta la coalizione: Pd, Sel, socialisti, Idv, Api e comunisti. Nel frattempo De Luca si gode il momento: il candidato è lui, almeno per ora. «Sarà difficile, ma dobbiamo vincere», esordisce deciso nella sala di un albergo dove dà il via alla sua campagna elettorale. E subito si rivolge ai partiti della coalizione, troppo “autoreferenziali”: «Dobbiamo evitare l'esperienza del governo Prodi che ci ha consegnato all'immagine del mondo intero come un condominio rissoso e incontrollabile». Lui, l'uomo “libero e senza padroni”, che “tra la verità e la bandiera di partito sceglie la verità”, poi tende la mano, assicurando che nei prossimi giorni incontrerà i rappresentanti di Idv e della sinistra: «Devono essere con noi per non consegnare la Campania nelle mani della camorra». La candidatura gli fa anche accantonare i litigi con Bassolino: dal j'accuse pubblico passa a toni molto più gentili: «Abbiamo avuto e abbiamo valutazioni diverse, ma ho molto apprezzato quanto ha detto». Per ora è tregua.