Disoccupazione record ma meglio dell'Europa

L'aumento della disoccupazione è l'altra faccia della crisi. Mentre continuano ad arrivare i segnali che la ripresa è alle porte, per il mercato del lavoro la fine del tunnel sembra ancora lontana. Il che vale per gli Stati Uniti in maniera più evidente a causa della carenza di ammortizzatori sociali (il presidente Obama ne parla in continuazione) e per l'Europa. L'Italia non fa eccezione. Gli ultimi dati dell'Istat indicano che il tasso di disoccupazione a dicembre è salito all'8,5% dall'8,3% di novembre. Rispetto allo stesso mese dell'anno precedente si è avuta una crescita dell'1,5%. Si tratta del dato peggiore da gennaio 2004 ma comunque l'Italia si mantiene a un livello molto più basso della media europea. Nello stesso periodo nell'Europa a 16 si è raggiunto un tasso di disoccupazione del 10%, il più alto dal 1998. Complessivamente i senza lavoro in Italia sono 2.138.000, ben 57mila in più rispetto a novembre e 392mila in più rispetto a dicembre 2008. La crisi del mercato del lavoro colpisce soprattutto i giovani. La disoccupazione giovanile è al 26,2%, invariata rispetto al mese precedente ma in aumento di 3 punti percentuali rispetto a dicembre 2008. Nella fascia di età compresa tra i 15 e i 64 anni il numero di inattivi sale a 14 milioni 822 mila unità, con una riduzione dello 0,2% (-25 mila unità) rispetto a novembre 2009 e un aumento dell'1,1% (+164 mila unità) rispetto a dicembre 2008. Il tasso di inattività è pari al 37,6% (-0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e in aumento dello 0,3% rispetto a dicembre 2008). Sono stati gli uomini a subire gli effetti più pesanti della crisi: su 306.000 occupati in meno rispetto a dicembre 2008 gli uomini sono 245.000 (-1,8%) mentre le donne appena 61.000 (-0,7%). I tecnici dell'Istat spiegano che dipende dalla tipologia dei posti persi concentrati nell'industria, comparto a prevalenza maschile mentre nei servizi c'è una debole ripresa. Contestualmente c'è stato un incremento del ricorso alla cassa integrazione. Nelle grandi imprese è stata pari a 35,8 ore per mille ore lavorate. Nel confronto tra i primi undici mesi del 2009 e il corrispondente periodo del 2008 il ricorso alla cig ha registrato un incremento di 29,4 ore ogni mille ore lavorate. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi ha sottolineato che l'Italia ha una situazione migliore dell'Europa ma questo non toglie che il 2010 sarà un anno «difficile» per il quale il Governo ha predisposto comunque «risorse sufficienti». Ad aggravare lo scenario c'è il fatto che gli stipendi degli italiani sono tra i più bassi dei Paesi industrializzati. Dal rapporto Eurispes emerge che a parità di potere d'acquisto l'Italia occupa il ventitreesimo posto sui trenta paesi monitorati, con un salario medio netto annuo che ammonta a 21.374 dollari, pari a poco più di 14.700 euro. Le retribuzioni medie risultano il 17% in meno della media Ocse. Se si fa un confronto con gli altri cittadini europei emerge che il lavoratore italiano guadagna il 44% in meno di un inglese, il 32% in meno di un irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 19% in meno di un greco, il 18% in meno dei francesi e il 14% in meno degli spagnoli. Anche se il contesto generale è ancora negativo gli italiani, sempre secondo le rilevazioni dell'Eurispes, sono ottimisti e pensano a una risoluzione della crisi a breve. Tra dicembre 2009 e gennaio 2010 è quasi raddoppiata la quota di chi si dice convinto che ci sarà un futuro migliore per il Paese (18,3% contro il 10,9% precedente).