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Schieramenti politici divisi, come da copione, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario.

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Trai più critici sulla posizione del governo c'è Massimo D'Alema, neo presidente del Copasir: è tra i primi a commentare e sostiene che «purtroppo il governo cerca lo scontro con la magistratura». Secondo l'esponente del Pd «l'attacco continuo ai giudici, le accuse immotivate ai magistrati, sono esattamente il contrario di una politica di riforme che sarebbe anche necessaria, non con lo scopo di colpire i giudici ma con quello di garantire un miglior funzionamento della giustizia». Critico contro il governo anche il segretario Pierluigi Bersani che ribadisce il suo no a «riforme ad personam». La presidente dei senatori del partito democratico Anna Finocchiaro distingue tra gli interventi dei vertici della Cassazione e quello di Alfano: apprezzamento per i primi, che hanno pronunciato «parole sagge ed equilibrate» fornendo «importanti indicazioni per una riforma ampia organica e condivisa»; delusione per il secondo, accusato di aver annunciato una riforma senza contenuti: «Di atti concreti del governo - dice la capogruppo democratica - conosciamo solamente il "processo breve" appena approvato al Senato, e il "legittimo impedimento" in discussione alla Camera. Se questi sono i pezzi del progetto di riforma che ha in mente Alfano, magari conditi dalla separazione delle carriere, non ci siamo proprio». Severo anche il giudizio dei dipietristi. Secondo il portavoce Leoluca Orlando, sotto sotto Alfano vuole solo l'impunità del premier, e le sue dichiarazioni sono «un'inaccettabile provocazione, un vero e proprio oltraggio eversivo ai nostri principi costituzionali». Mentre Di Pietro accusa il governo di «ipocrisia» perché a parole promette interventi a sostegno dei magistrati mentre in realtà li vuole colpire.

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