Udc in soccorso, ma solo dov'è obbligatorio
Nel giorno in cui sembra delinearsi un accordo con il Pdl anche in Puglia, l'Udc riempie alcune delle caselle che ancora gli mancavano. In Liguria, Marche e Basilicata, i centristi correranno in alleanza con il Partito Democratico. Se a queste si aggiunge il Piemonte, sono quattro (su 13) le Regioni in cui Pier Ferdinando Casini e Pier Luigi Bersani sono riusciti nella difficile impresa di accordarsi. Almeno per ora. Ma non è tutto oro ciò che luccica. Non solo perché il «laboratorio pugliese», rovinosamente crollato dopo il passaggio del «ciclone» Vendola, era l'unico in cui l'accordo Udc-Pd sembrava imprescindibile, ma anche perché, in fondo, i centristi sosterranno i candidati Democratici dove è strettamente necessario. Verrebbe da dire obbligatorio. E comunque mai in quelle realtà dove i loro voti potrebbero risultare decisivi. Ma andiamo per ordine. In Piemonte la differenza l'ha fatta il «mostro leghista» Roberto Cota. L'Udc ha sempre detto che non avrebbe sostenuto candidati del Carroccio (in Veneto, ad esempio, correrà da sola) e quindi non c'è nulla di strano. Anche se, pur di sfuggire alle «camicie verdi», i centristi si sono schierati dalla parte di Mercedes Bresso che su aborto e Ru486 ha posizioni distantissime da quelle di una parte consistente dell'elettorato cattolico. Dalla padella nella brace. In Liguria la scelta dell'Udc è caduta su Claudio Burlando. Prevedibile visto che il segretario regionale Rosario Monteleone è un ex Margherita. Non a caso l'ex segretario provinciale genovese Umberto Calcagno, ostile ad una deriva a sinistra, è stato congelato. Marche e Basilicata, invece, sembrano delle scelte di opportunismo visto che qui il centrosinistra è praticamente certo della vittoria. In Basilicata, poi, Pier Ferdinando Casini non ha di certo gradito l'annunciata candidatura, con il centrodestra, di Magdi Allam diventato europarlamente proprio nelle file dell'Udc. In realtà il suo nome potrebbe essere solo una provocazione. Ma sgarbo chiama sgarbo. E mentre resta ancora aperta il «caso Umbria» dove sia Pd che Pdl non hanno ancora ufficializzato le proprie candidature, il Pdl potrà contare sull'appoggio dell'Udc in Campania, Calabria e Lazio. Tre Regioni importanti considerate, al netto degli scandali, delle roccaforti del centrosinistra. Al punto che sia Antonio Bassolino che Agazio Loiero stanno ancora facendo sudare sette camicie al segretario democratico Pier Luigi Bersani. Insomma, sarà anche vero, come sostiene qualcuno che l'Udc sta portando avanti una politica dei «due forni». Sarà anche vero, come dice in maniera colorita Antonio Di Pietro, che si tratta di una «meretrice» che si vende al miglior offerente. Ma, almeno per ora, l'impressione è che Casini abbia portato molti più benefici al Pdl di quanti ne abbia portati al «povero» Bersani.