Delbono non si dimette Le elezioni possono aspettare

È sempre meno probabile che le elezioni comunali di Bologna si svolgano a fine marzo. La formalizzazione delle dimissioni del sindaco Flavio Delbono non arriverà infatti né entro domattina (prima dell'avvio del consiglio dei ministri) né, probabilmente, nel giro di pochissimi giorni. I tempi sono così inevitabilmente destinati a dilatarsi. E nel caos bolognese, dove il dibattito sulla successione è passato in secondo piano, sembra allargarsi l'inchiesta giudiziaria. Il ministro dell'Interno Roberto Maroni si era detto disponibile ad un decreto che (in deroga alle leggi vigenti, una sorta di norma fatta apposta per Bologna) consentisse di anticipare le elezioni, rispetto al termine naturale che andrebbe alla primavera 2011 costringendo la città ad un commissariamento di sei mesi. Ma a due condizioni: che tutte le forze politiche fossero d'accordo e che Delbono formalizzasse le dimissioni. La prima ipotesi, almeno formalmente, si è verificata. La seconda no. Ad annunciarlo è stato il vicesindaco Pd Claudio Merighi. Il motivo del rinvio non è solo l'approvazione del bilancio, che sarebbe dovuta avvenire ieri sera quando però, al momento del voto, è andato in tilt il sistema di votazione, facendo rinviare tutto a oggi pomeriggio. Prima di consegnare le chiavi di Palazzo d'Accursio al prefetto c'è infatti da concludere, secondo Merighi, il monitoraggio delle attività amministrative, come i contratti con privati e aziende: «Il nostro obiettivo è evitare un danno alla città — ha spiegato — dalla chiusura incontrollata dell'attività amministrativa. Appena concluso il monitoraggio delle attività istituzionali sapremo dire la data di chiusura del mandato». Un'uscita inattesa, che ha lasciato di stucco anche i consiglieri comunali del Pd, molti dei quali si aspettavano le immediate dimissioni. Appare quindi molto poco probabile, alla luce delle condizioni poste da Maroni, che il consiglio dei ministri, stamani, approvi una norma che possa fissare le elezioni amministrative per il Comune di Bologna. «Delbono — ha spiegato Maroni — non si è ancora dimesso, quindi non sono possibili provvedimenti da parte nostra e per ogni giorno di ritardo nelle dimissioni si allontana la possibilità che si voti il 28 marzo». Il rinvio delle dimissioni ha fatto infuriare il centrodestra. E per il coordinatore regionale del Pdl Berselli la responsabilità politica è del Pd che preferirebbe il commissariamento al voto perché teme il responso delle urne. Va avanti intanto l'inchiesta della procura: Delbono è stato indagato anche per il tentativo di violare l'articolo 377 bis del Codice penale, cioè l'induzione a rilasciare dichiarazioni mendaci o non farle fare nei confronti di un'altra persona, a causa di ciò che ha detto Cinzia Cracchi, cha ha denunciato presunte pressioni per non consegnare il bancomat che le aveva dato.