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Regionali, Berlusconi lascia la regia al Pdl

Il premier Berlusconi scortato nella sua auto

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Ieri Berlusconi è rimasto volutamente silente. E di certo non perché fosse impegnato nella visita al San Raffaele. In mattinata è stato nell'ospedale per sottoporsi a una visita di due consulenti incaricati dalla Procura di Milano di accertare la prognosi e l'eventuale esistenza di danni permanenti dopo l'aggressione del 13 dicembre in piazza Duomo. Nel frattempo la Poli Bortone dava fuoco alle polveri spiegando come sono andate le cose per la Puglia, in base a quale strategia «sei minuti prima della chiusura dei seggi delle primarie del Pd, è andata in fumo l'alleanza». Un silenzio che però esprime quelle che sono le priorità del premier: mantenere salda la compattezza del governo (che con una candidatura diversa da quella di Palese sarebbe stato scosso da fremiti interni) e ricostituire il rapporto con il presidente della Camera Gianfranco Fini. Quest'ultimo fronte nella prospettiva di quella che è la priorità delle priorità, ovvero la giustizia. È cosa nota che la candidatura della Poli Bortone non era gradita ad An oltre che al ministro Fitto. Non è passato inosservato che nel comunicato di annuncio della candidatura di Palese, il Pdl abbia usato l'espressione «sentito» e non d'intesa» con Berlusconi. Come pure non è irrilevante che il premier non si sia espresso sul candidato. Il che dice molto di come è maturata la candidatura espressione della nomenklatura del Pdl mentre Berlusconi avrebbe preferito un altro nome. La decisione di Casini di appoggiare la Poli Bortone se da un lato soddisfa l'obiettivo di Berlusconi di lasciare il leader centrista in mezzo al guado, schiacciato tra i due poli, dall'altra preoccupa per il rischio di una dispersione di voti moderati che seguiranno la senatrice ribelle. La Poli Bortone, ex ministro, è stata due volte sindaco di Lecce ed è molto popolare in Salento, lo stesso bacino elettorale del ministro Fitto e del suo candidato Palese. Ieri la ribelle ha dato fiato a tutto il suo rancore verso qualla parte del Pdl che le è stata nemica, facendo nomi e cognomi. «C'era un dialogo aperto da mesi che si poteva concretizzare con un accordo tra il mio movimento "Io Sud", Udc e Pdl. Fitto ha fatto il nome di questo suo fedelissimo e ha creduto di chiudere così la partita». Poi rivela di «aver aperto un dialogo con il Pdl immaginando un'intesa che eventualmente comprendesse l'Udc se l'esito fosse stato quello che poi le urne delle primarie hanno sancito, ossia la vittoria di Nichi Vendola». La senatrice ribelle non si ferma qui. Ribadisce «sincera stima e affetto per il presidente Berlusconi che si è comportato da persona leale e perbene». In serata ci ha pensato il portavoce del premier Paolo Bonaiuti a rimarcare, qualora non fosse ancora chiaro, quali sono gli equilibri in campo; ovvero: «Non nego che Berlusconi avesse una simpatia per la dottoressa Poli Bortone, come anche per Dambruoso e per Palese». Più chiaro di così. La Poli Bortone ha lasciato intendere che tutte le ipotesi sono ancora aperte. Come dire che di qui a fine febbraio, quando saranno ufficializzate le liste, c'è ancora tempo per cambiamenti. Ma Fitto è stato categorico: «ripensamenti per l'Udc? Oggi ci sono due candidati Palese per il centrodestra e per tutte le forze alternative alla sinistra, e Nichi Vendola per la sinistra». L'impressione è che Berlusconi abbia voluto lasciare la gestione delle Regionali ai vertici del Pdl per occuparsi di quello che gli sta più a cuore al momento, ovvero la giustizia e il rapporto con Fini. Intanto ha annunciato che nominerà presto la Santanchè a sottosegretario perchè «è un esempio di caparbietà».

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