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«D'ora in poi le candidature si stabiliscono tutte con le primarie» andava dicendo l'ex segretario del Pd Walter Veltroni nel 2008

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Sonopassati poco meno di due anni, tre segretari si sono succeduti, ma le primarie sono sempre le protagoniste indiscusse della vita dei Democratici. Peccato che, da unica soluzione, sono diventate il più grande dei problemi. Al più una via di scampo, una «exit strategy» per evitare litigi e spaccature. Così, dopo la Puglia, anche Campania, Umbria e Calabria si preparano ad una tornata elettorale tutta interna alla sinistra per trovare il nome del candidato da far correre alla presidenza della Regione. Primarie, ma di ripiego. Che sottolineano il fallimento delle strategie studiate nelle stanze romane, ma anche una smentita delle parole che Bersani ponunciò l'11 gennaio scorso quando disse chiaramente che il Pd non avrebbe fatto le primarie dove il Pdl era «già in campo». Peccato che sia per la presidenza della Campania che per quella della Calabria il centrodestra abbia già ufficializzato le proprie candidature (il deputato Stefano Caldoro e il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti). In ogni caso, per avere le idee più chiare, almeno per quello che riguarda la Campania, bisognerà aspettare domani quando l'Assemblea regionale dovrebbe ufficializzare le primarie di coalizione. Senza Idv. L'ipotesi più accreditata è che si sfidino il sindaco di Salerno Enzo De Luca, fedelissimo di Massimo D'Alema, e Andrea Cozzolino ex assessore regionale alle Attività produttive molto vicino al governatore Antonio Bassolino. Ai due dovrebbe unirsi l'ex deputato del Prc Gennaro Migliore in rappresentanza di Sinistra Ecologia e Libertà (se è andata bene a Vendola perché non tentare nuovamente il colpaccio). L'altro nodo da sciogliere è quello della Calabria dove lo scoglio da superare è tutto legato alla posizione del governatore uscente Agazio Loiero, che, in barba al malessere all'interno della coalizione, vuole ricandidarsi. Anche qui la soluzione potrebbe essere un terzo uomo. Si fanno i nomi del leader della Confindustria calabrese Umberto De Rose oppure quella del presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio. Su tutti e due potrebbe esserci la convergenza dell'Idv che però, nel caso in cui il Pd accettasse la richiesta di primarie di Loiero, sosterrà il proprio candidato: l'imprenditore Pippo Callipo. Il caso più spinoso resta però quello dell'Umbria, dove la partita è tutta interna ai Democratici. La guerra vede attualmente contrapposti gli amministratori locali, tutti schierati sotto il cappello di Bersani-D'Alema, e i deputati umbri di ispirazione Veltroni-Franceschini che, capeggiati da Mauro Agostini, chiedono elezioni primarie per scegliere il successore del governatore uscente Maria Rita Lorenzetti, non più ricandidabile. E così, nel tentativo di trovare una quadra al problema è prevista una riunione dell'assemblea regionale dove ci si aspetta un duro scontro tra il segretario umbro, il bersaniano Lamberto Bottini, con la componente franceschiniana del Pd. Scontro che si potrà evitare solo se si riuscirà a trovare una convergenza proprio sul nome di Bottini. Se così non fosse scoccherà l'ora delle ennesime primarie di ripiego che potrebbero vedere una battaglia tra lo stesso Bottini, la deputata Marina Sereni e Mauro Agostini.

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