Cresce la disoccupazione ma i fondi sono già finiti
È allarme lavoro. Nel governo si accende la spia rossa per il perdurare della crisi e soprattutto per il fatto che i fondi per gli ammortizzatori sociali siano già tutti impegnati. E c'è il rischio che finiscano presto. In un documento del ministero del Welfare, che il ministro Maurizio Sacconi ha portato con sé alla convention del Pdl ad Arezzo, sono contenuti dati e cifre che fanno riflettere. Nel testo, che si intitola "nota sul fabbisogno per gli ammortizzatori sociali nel 2010", si usano parole che non lasciano dubbi. Il 2010 «appare come un anno ancora più difficile per l'occupazione». E si spiega: «La ripresa economica si configura come un percorso lento, discontinuo e selettivo in tutti i maggiori Paesi industrializzati. Processi di ristrutturazione produttiva sono in corso e si accentueranno nel corso del 2010. Ciò determina un perdurante stato di crisi del mercato del lavoro che accumula nuovi disoccupati e fatica a rioccupare i bacini di disoccupazione che si sono formati nel 2009». Inoltre «tutte le previsioni, da ultime quelle della Bce, indicano una crescita del tasso di disoccupazione e una riduzione del numero degli occupati». Ed eccola l'analisi: «Le previsioni di consenso del Cnel (tutti i maggiori previsori italiani) stimano una crescita del tasso di disoccupazione in Italia di oltre un punto tra il 2009 e il 2010 (dal 7,6 all'8,7%); la Commissione Europea (ottobre 2009) prevede un tasso di disoccupazione all'8,8%; l'Ocse stima un tasso di disoccupazione in Italia nel 2010 pari all'8,5%. Ciò equivale a circa 250mila disoccupati in più». «Gli stessi esercizi di previsione - si legge ancora - indicano una caduta di un punto percentuale degli occupati tra il 2009 e il 2010 (pari a 400mila persone in più)». Subito dopo, si entra nel merito della questione ammortizzatori. E si rileva che «nel 2009 il numero di coloro che hanno beneficiato anche di un solo trattamento di cassa integrazione è quasi triplicato rispetto al 2008. L'azione del governo ha permesso di mantenere rapporti di lavoro, e quindi l'utilizzo di ammortizzatori sociali, per quasi un milione di lavoratori che altrimenti sarebbero stati disoccupati. Ciò continuerà anche nel 2010». Ma qui si entra nella fase critica del documento: «Il monitoraggio del fabbisogno effettuato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali stima una spesa per il 2009 per ammortizzatori sociali in deroga che potrebbe raggiungere i due miliardi di euro (il dato consuntivo sarà disponibile a metà febbraio). È stata completamente utilizzata a questi fini la quota del 2009 dell'accordo Stato-Regioni nonché una parte dello stanziamento 2010». Per gli uffici del dicastero di via Flavia «la previsione per il 2010 induce a prevedere un ulteriore peggioramento del ricorso agli ammortizzatori in deroga dovuto a tre fattori: la reiterazione delle domande da parte delle aziende che vi hanno fatto ricorso nel 2009; l'ingresso "potenziale" di nuove aziende che non ne avevano beneficiato nel 2009; il passaggio agli ammortizzatori in deroga di imprese che avevano beneficiato nel 2009 di ammortizzatori ordinari, che terminano il periodo di utilizzo consentito». «Una prima valutazione (che tiene conto solo dei primi due fattori) - si legge nella nota - stima una potenziale platea di 50mila imprese con circa 300mila lavoratori. Nel 2009 le imprese interessate a questi ammortizzatori erano circa 35mila per 170-180mila lavoratori. Ne consegue, quindi, che le risorse derivanti dall'accordo Governo-Regioni per il 2010, pari a circa 2,3 miliardi, sono da ritenersi interamente necessarie, anche quando si combinino con il pieno utilizzo delle risorse regionali del Fse (che comunque affluiscono con difficoltà a causa dei limiti della Ue) e con l'utilizzo dei residui 2009, la cui disponibilità non sarà conosciuta prima del mese di marzo 2010». Sicuramente è musica per le orecchie di Tremonti. Tra l'altro Sacconi e il titolare dell'Economia hanno partecipato allo stesso dibattito proprio alla convention pidiellina nella città toscana sabato scorso. Forse il ministro del Welfare porrà presto la questione al Tesoro, che tuttavia sembra aver chiaro il quadro della situazione. La nota si conclude con una considerazione generale: «Occorre sottolineare che per il 2010 i principali Paesi dell'Unione Europea hanno tutti accresciuto significativamente le risorse disponibili per azioni di coesione sociale, sulla base di un peggioramento del mercato del lavoro e di un conseguente aumento dei disoccupati».