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Una schiarita nei Casini

Il premier Berlusconi

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Rush finale per la scelta dei candidati del Pdl alle Regionali. Berlusconi vuole chiudere al più presto, possibilmente stasera nella riunione del partito. Sul tavolo il nodo Udc. E così siamo al giorno decisivo. Oggi pomeriggio ci sarà l'ufficio di Presidenza del Pdl per chiudere il quadro dei candidati. Questo significa che verranno sciolti gli ultimi nodi, che verrà chiarito una volta per tutte il puzzle alleanze, che si definirà quindi se scendere in campo con l'Udc. Per lo meno in alcune Regioni. Anche se ci sarà qualche strascico all'incontro di domani tra Berlusconi e Fini. Sarà il partito a decidere sulla spinosa questione Casini, un'impresa per niente facile. Anche se, dalle ultime dichiarazioni sia degli ex Forza Italia che degli ex Alleanza nazionale, si intuisce come la decisione a cui si arriverà questo pomeriggio sarà quella di accettare l'alleanza con i centristi in alcune realtà locali. Berlusconi ha fatto capire di essere sostanzialmente d'accordo con Bossi quando addita l'ambiguità della politica «dei due forni»: come dicono i falchi del Pdl, è difficile spiegare agli elettori un'alleanza, sia pure su scala locale, con chi punta alla crisi del bipolarismo e della leadership berlusconiana. Il premier e il senatur sarebbero quindi per una semplificazione, per un gesto di chiarezza. La domanda è: anche a costo di mettere in discussione la vittoria in regioni strategiche come il Lazio (dove la Polverini ha già raggiunto l'intesa con l'Udc), la Puglia e la Calabria? Tutte aree dove il sostegno dei centristi sembrerebbe decisivo, insieme alle Marche e alla Liguria. Così si aspetta questo pomeriggio, quando le 35 persone che compongono i vertici Pdl varcheranno i cancelli di Palazzo Grazioli. Ancora ieri è continuato il tam tam di dichiarazioni dei favorevoli e dei contrari. Il tutto mentre nel Lazio il candidato del centrodestra Renata Polverini è nel pieno della campagna elettorale, e ieri sera si è recata da Gianfranco Fini accompagnata da Renzo Lusetti, deputato ex Pd ora Udc. Gianni Alemano ritiene che non ci sia motivo di stracciare l'accordo tra la Polverini e l'Udc che ha solide basi programmatiche, rimettendo in gioco Emma Bonino. E per la verità della stessa opinione si è detto, esplicitamente, Casini: a meno che, naturalmente, il Pdl non voglia compiere un gesto di rottura unilaterale. I dati che circolano nella maggioranza del resto sono chiari: l'Udc risulta aritmeticamente decisiva in 5 delle 13 regioni in cui si voterà a fine marzo (Liguria, Marche, Lazio, Puglia e Calabria) in altre tre è in grado di riaprire i giochi tra i due poli. Da qui il ragionamento del presidente della Camera più volte ribadito al premier durante il pranzo della scorsa settimana. Fini ha tentato a lungo di far riflettere Berlusconi sul fatto che una bocciatura alle scelte prese dei centristi non deve necessariamente precludere l'ipotesi di intese locali. Non a caso ieri Andrea Ronchi (finiano doc) affermava: «Per vincere le regionali occorre sagacia, le crociate contro Casini non servono a nessuno». Se da una parte il rapporto con Pier per Berlusconi rappresenta una spina nel fianco, anche quello con Gianfranco continua ad avere le sue criticità. «Abbiamo ruoli diversi», continuano a dire i due. Di fatto dopo l'incontro tra i due cofondatori dei giorni scorsi restano le diffreneze, così come le diverse posizioni. Le parole pronunciate da Fini durante il pranzo («Non lavoro per te ma con te») sono chiare. ma c'è di più. La distanza che regna tra i due leader del Pdl vuoi o non vuoi si riflette a cascata ancyhe tra le fila del partito. Esempio ne è la riunione top secret che si è tenuta ieri all'ora di pranzo. Una colazione di lavoro rigorosamente targata Forza Italia con i ministri Sacconi, Frattini, Bondi, Fitto e con Fabrizio Cicchitto. L'ispirazione dell'incontro è di carattere culturale, con l'idea infatti di creare un pensatoio tutto azzurro. Una sorta di think tank azzurro che possa soprattutto fare da contraltare alla fondazione legata a Gianfranco Fini "Farefuturo", più volte sul piede di guerra contro la linea del governo e quindi di Berlusconi stesso. Ovvio che il pranzo azzurro sia stato l'occasione anche per parlare di Regionali e degli ultimi nodi da sciogliere. Per la corsa a palazzo Santa Lucia in Campania è attesa solo l'ufficializzazione del socialista Stefano Caldoro, mentre sembra ancora in alto mare la scelta per il governatore pugliese: nelle ultime ore sta prendendo sempre più corpo l'ipotesi di una candidatura interna. Giancarla Rondinelli

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