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Mediatrade, indagati Silvio e il figlio

Piersilvio Berlusconi

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Arriva la chiusura dell'ultima indagine milanese su Silvio Berlusconi. Da tempo annunciata dalla stampa, presenta una grossa novità rispetto alle attese: la presenza nell'elenco dei 12 destinatari degli avvisi di chiusura dell'inchiesta, di Pier Silvio Berlusconi, il figlio del premier e vicepresidente di Mediaset, accusato di frode fiscale. Stesso addebito, e in più l'appropriazione indebita, vengono contestati al presidente del Consiglio. E il premier pensa ad «un intervento forte», da attuare il prima possibile. Ogni volta, avrebbe ragionato il premier con alcuni fedelissimi ieri, prima delle elezioni mi fanno questo regalo...Così potrò dire ciò che penso veramente. Di notevole entità le somme oggetto dei presunti reati commessi da padre e figlio in concorso con ex manager del gruppo e altri indagati: quasi 34 mln per l'appropriazione e circa 8 mln per la frode. Il meccanismo ipotizzato dal pm Fabio De Pasquale è simile a quello al centro del processo in corso che vede imputato Berlusconi per i presunti fondi neri creati da Mediaset attraverso la compravendita dei diritti cinematografici e televisivi. Mediaset avrebbe rinunciato a trattare i diritti televisivi direttamente con le majors americane, come personalmente faceva fino agli anni Ottanta Silvio Berlusconi e avrebbe affidato l'incarico a un egiziano diventato cittadino americano, Frank Agrama. Cruciale il suo ruolo di presunto socio occulto del capo del governo perchè avrebbe comprato i diritti per rivenderli alle società di Berlusconi a prezzi enormemente gonfiati. Scopo di questo schema di compravendita sarebbe stato quello di sottarrre denaro da Mediaset, metterlo all'estero e privarlo così dalla disponibilità di azionisti e fisco. Per dirla con le parole del pm, Berlusconi padre, Agrama e i manager Lorenzano, Pace e Ballabio operavano «all'interno di un sistema di frode, utilizzato dalla fine degli anni '80, in forza del quale i diritti di trasmissione forniti da Paramount e in misura minore da altri produttori internazionali, invece che direttamente dai fornitori venivano acquistati da Mediaset a prezzi gonfiati per il tramite di società di comodo riconducibili ad Agrama». L'appropriazione indebita sarebbe stata commessa tra l' 8 febbraio 2003 e il 30 novembre 2005, mentre i tempi della frode correrebbero fino al 30 novembre 2009. Sino alla fine dell'anno passato, Berlusconi papà e figlio, secondo la Procura, «sulla base di una falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie di Mediatrade e Rti (società del gruppo, ndr) indicavano nelle dichiarazioni consolidate di Mediaset elementi attivi inferiori al reale». Infine, una nota 'esotica' del documento di fine indagini: la presenza di due cittadini di Hong Kong, fiduciari di Agrama, accusati di aver riciclato denato proveniente dall'appropriazione indebita. «La Procura di Milano ancora una volta continua nella pervicace volontà di sottoporre a processo Silvio Berlusconi«, commenta l'avvocato del premier, Niccolò Ghedini che aggiunge: «Le contestazioni mosse hanno dell'incredibile sia per il contenuto delle stesse sia per gli anni a cui si riferiscono». In ambienti del Pdl non si nasconde l'indignazione del presidente del Consiglio per questo ennesimo atto della procura milanese. Negli stessi ambienti si ricorda che proprio l'altro giorno il presidente del Consiglio aveva parlato di «plotoni di esecuzione» pronti ad attenderlo nelle aule di tribunale.

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