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Date un ruolo a Fausto e salverà il matrimonio

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Felicità,è un bicchiere di vino, felicità...L'icona perfetta, il simbolo stesso del matrimonio infrangibile. E poi invece, zacchete, pure loro si sono lasciati. Anche se alla base della rottura c'è stato un dramma, la scomparsa della figlia Ylenia, inghiottita dal fiume di New Orleans. Adesso arriva un altro caso a dimostrare che anche la coppia più consolidata può scoppiare. E non c'entra nulla la durata. La notizia l'ha data Dagospia, rilanciata fra gli altri con tutta autorevolezza dal Corriere. Fausto Bertinotti, ex presidente della Camera ed ex leader di Rifondazione, e la signora Lella sarebbero sul punto di separarsi. Dopo 45 anni di matrimonio (regolarmente celebrato in Chiesa). Il motivo delle discussioni sarebbe l'educazione del figlio che, alla soglia dei quaranta, «si occupa di musica reggae». Ora, in base all'esperienza comune, non è difficile simpatizzare con Fausto Bertinotti, una vita spesa sulle barricate del sindacato prima e della politica poi, e immaginarlo rimbrottare e rimuginare sull' unico figliolo così dedito alle melodie rasta. E non sarebbe neanche la prima volta che Fausto, 70 anni (qualche anno in meno la simpaticissima e sempre abbronzata consorte), si allontana da casa. Questa volta però la crisi sarebbe più grave. Il fatto è che la convivenza mina e corrodere anche le unioni più collaudate. E le discussioni sui figli sono solo un alibi. La crisi esplode più facilmente nella terza età: quando non si ha più un piffero da fare e ci si ritrova a ciabattare per casa. Faccia a faccia tutto il giorno. Ogni giorno, senza un millimetro quadrato che si senta come proprio: insopportabile. Capita ai comuni mortali. E capita ai personaggi famosi. Non è la prima volta. Qualche anno fa, ai tempi del precedente governo Berlusconi, l'ex capo di Mani pulite, Francesco Vittorio Borrelli, arrivò - giunto alla pensione - a scongiurare pubblicamente che gli fosse dato qualcosa da fare. Berlusconi, che aveva le sue buone ragioni, fu irremovibile. E all'alto magistrato non rimasero che le pantofole e la «pace» domestica. Ora però il caso è diverso. Salviamo il soldato Fausto. Nel teatrino o nel circo della politica, come si preferisce, la figura di Bertinotti per spessore primeggia ancora. Restituirgli un ruolo significherebbe non solo arricchire la vita pubblica. Ma anche, con ogni probabilità, salvare un matrimonio.

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