Rignano, c'è un'altra casa degli orchi
«Questo autunno sono entrati i carabinieri del Ris e hanno lavorato per tre giorni». L'ombra degli «orchi» torna pesante come un macigno a Rignano Flaminio: l'incursione dei militari dell'Arma, alla quale fa riferimento un vicino, è una villa nella frazione di Montelarco, all'epoca dei fatti denunciati in vendita. È lì che ci sarebbe la stanza «rossonera», così descritta da alcuni bambini probabilmente abusati, saltata fuori venerdì scorso all'udienza davanti al gup di Tivoli, Pierluigi Balestrieri. Orchi che non hanno ancora un volto, anche se come indiziati hanno almeno un nome. Insomma, le indagini sui presunti abusi sessuali subiti dai bambini della scuola materna «Olga Rovere» proseguono. E hanno un nuovo filone che nel numero in edicola oggi «Panorama» descrive con un'attendibilità di tutto rispetto. La prima prova si trova sul cancello della villa: un cartello avverte che la casa è sotto sequestro per accertamenti urgenti. Il nuovo fascicolo sarebbe un clone di quello approdato all'udienza preliminare per i fatti legati all'asilo, ed è affidato al pm Maria Domenica Perna. L'inchiesta è contro ignoti e per questo le attività di indagine non sono state integrate nel procedimento principale. Ma come si è arrivati a scoprire la nuova traccia di odiosa violenza? È presto detto. Una delle presunte vittime, C. V., ha riconosciuto la casa. I suoi genitori hanno denunciato l'episodio ai carabinieri che sono entrati nella villa scattando, tra l'altro, numerose foto. Da quelle immagini altri bambini hanno «rivisto» le stanze della violenza. Ora, la fantasia dei bambini è fertile e spesso incontrollabile, ma è difficile pensare che le loro memorie abbiano deciso di consorziarsi per sintonizzarsi tutte insieme su particolari che potrebbero diventare inconfutabili. Il difensore di parte civile, Carlo Taormina, ha dichiarato che «il nuovo fascicolo è importante perché rivela fatti che potrebbero rafforzare le prove a carico degli attuali imputati e permettere di individuare altri personaggi sino a questo momento rimasti ignoti». Trapelano altre notizie, da verificare nelle sedi ufficiali, ma difficili da smentire tout court, in quanto testimoniali. Si spera soltanto che quanto, con l'adeguato beneficio d'inventario, stiamo per rivelarvi provenga da una fonte «adulta». Perché l'eventuale piano diabolico ordìto dagli orchi prevedeva un rischio calcolato: essere scoperti o anche riconosciuti dai bambini, ma non «inchiodati» da prove difficili da costruire su testimonianze ovviamente incerte e contraddittorie, vista l'età delle vittime. Poiché in questi termini bisogna avere il coraggio di cominciare a parlare ufficialmente. E proprio perché ci troviamo in uno stato di diritto. Non è una questione di suspence, ma la premessa era d'obbligo in quanto c'è chi sostiene che i bambini, mai visti uscire dalla scuola in orari lontani dalla campanella, quindi sospetti, sarebbero in realtà stati portati all'esterno in alcuni scatoloni. E qui, se la circostanza verrà provata, il teorema del «delitto» perfetto comincerebbe a scricchiolare rumorosamente. Proprio come i tavoli sui quali i bambini sarebbero stati fatti danzare, nudi, con sequenze tipiche dei riti orgiastici. Oggi nuova udienza per le parti civili davanti al gup di Tivoli. È facile immaginare che quanto detto venerdì scorso da Arianna Di Biagio - portavoce dell'Associazione dei genitori dei bambini di Rignano Flaminio (Agerif) - rivesta toni di attualità ancora più freschi: «L'udienza di oggi (quella del 15, n.d.r.) dimostra ancora una volta la necessità di arrivare al dibattimento».