Brunetta: sempre meno fannulloni "Io sindaco? Solo se anche ministro"
Nel mese di dicembre le assenze nel pubblico impiego sono tornate a calare. Il motivo? L'aver riallungato le fasce orarie per le visite fiscale degli statali in malattia. Ne è convinto il ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che oggi, in una conferenza stampa, ha detto che si è tornati a "tassi fisiologici-virtuosi". Più possibilità di controllo, meno assenteismo - Per il ministro, dunque, "la variabile regolatrice è data dalle fasce di reperibilità: se le estendi e si fanno i controlli previsti l'assenteismo è fisiologico, se si restringono scattano comportamenti opportunistici". Secondo il monitoraggio mensile, infatti, l'aumento delle assenze per malattia a dicembre, rispetto allo stesso mese del 2008, è stato dell'8,6% contro un circa 30% di incremento di ottobre e novembre. Tenendo conto del diverso andamento del picco dell'influenza tra il 2008 e il 2009 (per la ), le assenze segnano un +6%. La riduzione interessa anche la scuola e, in particolare, gli insegnanti con un +8,4. Mentre il restante personale +17,8%. Trasparenza nelle consulenze - Infine il ministro Brunetta si è soffermato sulla obbligatorietà delle amministrazioni pubbliche di comunicazione all'Anagrafe delle prestazioni - entro il 31 dicembre - di tutti gli incarichi di consulenza e di collaborazione esterna, sottolineando come "le amministrazioni inadempienti saranno sottoposte a verifiche da parte dell'Ispettorato della Funzione Pubblica. In casi di ulteriore inosservanza delle norme, sarà la Guardia di Finanza ad effettuare ulteriori ispezioni". Sindaco sì, ma solo da ministro - Il titolare della Funzione pubblica, però, è al centro delle cronache del giorno non solo per la lotta ai fannulloni. Dopo l'annuncio della sua candidatura a sindaco di Venezia in un'intervista a La Stampa ha detto: "Ce la farò. In Francia i ministri più bravi sono quelli che fanno anche i sindaci". Il politico veneziano dunque non intende rinunciare alla carica di ministro. "È chiaro che se mi candido io, si vince - ha affermato Brunetta - Ma io non lascio a metà il mio lavoro. O accettano il doppio incarico, o non se ne fa nulla. La decisione spetta a loro". Doppio incarico, una faticaccia - "Le mie riforme - ha aggiunto ancora Brunetta - saranno a regime non prima di un anno. E voglio essere io a seguirle fino alla fine. La considero una questione di rispetto per gli italiani che mi hanno votato e che mi danno il loro gradimento nei sondaggi". "Sarà una gran faticaccia, - ha sottolineato - ma non ho dubbi che ce la farò. Io sono convinto che per una città di respiro mondiale come è Venezia avere un sindaco ministro sarà una forza, non una debolezza". Barsani: è l'anti-fannullone - Il bivio imposto dal ministro alla Funzione pubblica fa scappare un commento ironico al segretario del Pd: "Certo che Brunetta può fare il sindaco di Venezia, può fare anche di più perchè lui è l'antitesi del fannullone", ha detto Pierluigi Bersani. Pungente anche Umberto Bossi. Il leader della Lega ha rilevato: "Fortunato lui che ha un capo che ha scelto cosi".